domenica 27 dicembre 2020

I PROFETI GIOVANNI E GESÙ

 Moltissimi testi cristiani narrano che in principio ci fosse un grandissimo profeta di nome Giovanni figlio di Zaccaria, che un giorno trasferì il dono della profezia ad un suo discepolo di nome Gesù. Con il battesimo Giovanni aveva trasferito in Gesù lo Spirito Santo, spesso simbolicamente rappresentato da una colomba o dal fuoco, un elemento comunque necessario per profetare. 

Gesù stesso è ricordato da tutti come un gran profeta, perché circa 40 anni prima, profetizzò la caduta di Gerusalemme e del suo Tempio avvenuto nel 70 d. C. , ma uscendo dai testi cristiani le cose e le dinamiche degli eventi risultano in linea con quanto detto? 

Confutando ad esempio le testimonianze ebraiche, scopriamo che tutti i testimoni oculari dei fatti e i rabbini, asseriscono che fu Giovanni (Yokhannan ben Zakkai) il profeta che profetizzò la caduta del Tempio circa 40 anni prima della sua caduta effettiva:

" I nostri rabbini insegnavano: Durante gli ultimi 40 anni,  prima della distruzione del Tempio .. le porte degli Hekal si aprivano da sole, finché R. Johanan B. Zakkai li rimproverava dicendo: Hekal, Hekal, perché vuoi allarmarci (predichi la tua stessa distruzione)? So di te che sarai distrutto, perché Zaccaria ben Ido ha già profetato riguardo a te: apri le tue porte, o Libano, affinché il fuoco possa divorare i tuoi cedri "


(Soncino Talmud, Seder Mo'ed, vol. III Toma, pagina 186)


Altra traduzione:


'' Disse Rabban Yohanan Ben Zakkai al Tempio, 'O Tempio, perché ci spaventi? Sappiamo che finirai distrutto. Perché è stato detto: 'Apri le tue porte, o Libano, affinché il fuoco divori i tuoi cedri' '' (Zaccaria 11: 1) '(Sota 6: 3), (Yoma 39b)

Confutando invece le Guerre Giudaiche dello storico ebreo Flavio Giuseppe, notiamo invece che la profezia della distruzione di Gerusalemme e del Tempio viene passata a Gesù figlio di Anania, che secondo le fonti ebraiche era una dei discepoli principali di Yochannan ben Zakkai:

Libro VI:300 Ma ancora più tremendo fu quest'altro prodigio. Quattro anni prima che scoppiasse la guerra, quando la città era al culmine della pace e della prosperità, un tale Gesù figlio di Anania, un rozzo contadino, sirecò alla festa in cui è uso che tutti costruiscano tabernacoli per il Dio e all'improvviso cominciò a gridare nel tempio: 

Libro VI:301 “Una voce da oriente, una voce da occidente, una voce dai quattro venti, una voce contro Gerusalemme e il tempio, una voce contro sposi e spose, una voce contro il popolo intero”. Giorno e notte si aggirava per tutti i vicoli gridando queste parole, 

Libro VI:302 e alla fine alcuni dei capi della cittadinanza, tediati di quel malaugurio, lo fecero prendere e gli inflissero molte battiture. Ma quello, senza né aprir bocca in sua difesa né muovere una specifica accusa contro chi lo aveva flagellato, continuò a ripetere il suo ritornello. 

Libro VI:303 Allora i capi, ritenendo - com'era in realtà - che quell'uomo agisse per effetto di una forza sovrumana, lo trascinarono dinanzi al governatore romano. 

Libro VI:304 Quivi, sebbene fosse flagellato fino a mettere allo scoperto le ossa, non ebbe un'implorazione né un gemito, ma dando alla sua voce il tono più lugubre che poteva, a ogni battitura rispondeva: “Povera Gerusalemme!”. 

Libro VI:305 Quando Albino, che era il governatore, gli fece domandare chi fosse, donde provenisse e perché lanciasse quella lamentazione, egli non rispose, ma continuò a compiangere il destino della città finché Albino sentenziò che si trattava di pazzia e lo lasciò andare. 

Libro VI:306 Fino allo scoppio della guerra egli non si avvicinò ad alcun cittadino né fu visto parlare con alcuno, ma ogni giorno, come uno che si esercitasse a pregare, ripeteva il suo lugubre ritornello: “Povera Gerusalemme!”. 

Libro VI:307 Né imprecava contro quelli che, un giorno l'uno un giorno l'altro, lo percuotevano, né benediceva chi gli dava qualcosa da mangiare; l'unica risposta per tutti era quel grido di malaugurio, che egli lanciava soprattutto nelle feste. 

Libro VI:308 Per sette anni e cinque mesi lo andò ripetendo senza che la sua voce si affievolisse e senza provar stanchezza, e smise solo all'inizio dell'assedio, quando ormai vedeva avverarsi il suo triste presagio. Libro VI:309 Infatti un giorno che andava in giro sulle mura gridando a piena gola: “Ancora una volta, povera la città, e povero il popolo, e povero il tempio!”, come alla fine aggiunse: “E poveretto anche me!”, una pietra scagliata da una catapulta lo colpì uccidendolo all'istante, ed egli spirò ripetendo ancora quelle parole. 

Libro VI:310 - 5, 4. A riflettere su tali cose, si troverà che il Dio ha cura degli uomini e che in ogni modo preannuncia al suo popolo i mezzi per conseguire la salvezza…

Il passo storico che avete letto, segue uno schema profetico ben preciso, che troviamo nella famosissima profezia delle 70 settimane o anni di Daniele, una profezia di riferimento molto usata dagli evangelisti:

DANIELE CAP. 9

24Settanta settimane sono fissate

per il tuo popolo e per la tua santa città

per mettere fine all'empietà,

mettere i sigilli ai peccati, espiare l'iniquità,

portare una giustizia eterna,

suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei

santi.

25Sappi e intendi bene,

da quando uscì la parola

sul ritorno e la ricostruzione di Gerusalemme

fino a un principe consacrato,

vi saranno sette settimane.

Durante sessantadue settimane

saranno restaurati, riedificati piazze e fossati,

e ciò in tempi angosciosi.

26Dopo sessantadue settimane,

un consacrato sarà soppresso senza colpa in lui;

il popolo di un principe che verrà

distruggerà la città e il santuario;

la sua fine sarà un'inondazione e, fino alla fine,

guerra e desolazioni decretate.

27Egli stringerà una forte alleanza con molti

per una settimana e, nello spazio di metà settimana,

farà cessare il sacrificio e l'offerta;

sull'ala del tempio porrà l'abominio della

desolazione

e ciò sarà sino alla fine,

fino al termine segnato sul devastatore».

Gesù figlio di Anania ripeteva il ritornello profetico che preannunciava a la fine di Gerusalemme e del suo Tempio, 4 anni prima della guerra scoppiata nel 66 d. C, quindi:

66-4= 62

Otteniamo quindi che nel 62 d. C. Gesù incominciò a profetizzare la caduta di Gerusalemme e del suo Tempio, perfettamente in linea con i tempi della comparsa di quell’unto, Cristo o Messia che doveva essere soppresso secondo la profezia di Daniele. 

Gesù muore dopo 7 anni, numero degli anni che troviamo sempre nella profezia di Daniele e quindi morì praticamente nel 69 ( 62+7=69), anno in cui il Talmud Gittin 59 a e b narrano la apparente morte è resurrezione del suo maestro Yochannan ben Zakkai, fatto uscire da Gerusalemme in un bara grazie proprio a Gesù figlio di Anania e il suo amico e collega Elizer (Lazzaro) ben Hircanus (che verrà processato per aver avuto rapporti con i cristiani) [1].

Gesù figlio di Anania ed Elizer ben Hircanus, risultano nella fonti ebraiche i maestri di Aquila da Sinope (chiamato anche Onkelos) , quest'ultimo considerato da molti il primo cristiano di Roma, che stando gli Atti degli apostoli, era amico di Paolo di Tarso e mise a disposizione le sue domus e le sue proprietà, per riunire i primi cristiani. 

NOTE

[1] Alcuni contenuti sono tratti dal sito www.anzarouth.com : Talmud Bavli, trattato Ghittin, traduzione a cura di Ralph Anzarouth

http://www.anzarouth.com/2008/08/talmud-ghittin-55-57.html


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