mercoledì 11 novembre 2020

LAZZARO E L'UNZIONE DELL' ASPIRANTE RE MESSIA

Parliamo di Yokhannan ben Zakkai e del suo allievo prediletto Lazzaro figlio d'Ircano e di un testo ebraico  molto antico dove viene spiegato come il rabbino Lazzaro figlio d'Ircano, sia diventato un maestro della Torah grazie al grande maestro Yokhannan ben Zakkai:

https://www.sefaria.org/Pirkei_DeRabbi_Eliezer.1?lang=bi

Il brano in questione ha molte analogie con la risurrezione di Lazzaro che troviamo nei Vangeli, anzi posiamo dire che quest'ultimo derivi da esso.

Infatti nella versione ebraica scopriamo che Lazzaro era come un moribondo, non mangiava ormai da diversi giorni e che sembrava un lebbroso.

Sembra lo stesso quadro della situazione reinterpreto nei Vangeli dove troviamo Lazzaro, moribondo, a casa di Simone il lebbroso.

Anzi osservando bene i Vangeli sembrerebbe che la lebbra di Lazzaro sia stata attribuita a Betania a Simone detto appunto il lebbroso.

Riunendo le fonti pare che il lebbroso fosse proprio Lazzaro, visto che nella sua casa avviene secondo alcuni evangelisti l'unzione di Gesù da parte di Maria di Betania:


Gv 12,1-3 “Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell'aroma di quel profumo.”


Mc 14,3 “Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo.”


Mt 26,6-7 “Mentre Gesù si trovava a Betània, in casa di Simone il lebbroso, gli si avvicinò una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo molto prezioso, e glielo versò sul capo mentre egli stava a tavola.”


Tuttavia  secondo molti Simone era il padre di Lazzaro e ammettendo questa come la più probabile interpretazione, il soprannome “il lebbroso”, sembra essere stato spostato e attribuito nei vangeli dal figlio al padre.


Torniamo adesso nuovamente ad esaminare il brano ebraico, dove troviamo addirittura Elia apparire a Lazzaro che gli indica di andare dal gran maestro Yokhannan ben Zakkai per imparare la Torah e per guarire quindi dal suo malessere.

Ricordo che secondo alcune credenze ebraiche, Elia doveva discendere dal cielo, per annunciare ed indicare la venuta del Messia: qui anche se l'ebraismo non parli mai di Yokhannan ben Zakkai come un Messia, Elia indica prorio quest'ultimo come il salvatore di Lazzaro!

 Inoltre secondo l'ebraismo, la Torah “dà la vita o allunga vita” e non è un caso che la Torah venga spesso associata all'albero della vita dell'Eden.

Yokhannan ben Zakkai quindi, insegnando la Torah a Lazzaro è come se gli avesse dato una nuova vita, o meglio è come se gli avesse allungato la vita ( vedendola da un punto di vista ebraico).

Una scena analoga e reinterpretata nei Vangeli la troviamo quindi nella risurrezione di Lazzaro, dove anche qui quest'ultimo pare che fosse seguito con pazienza e amato dal suo maestro che i cristiani hanno chiamato Gesù, anche se tuttavia gli evangelisti lasciano intendere una rinascita del corpo di Lazzaro e non spirituale, ma il tutto potrebbe essere stato col tempo interpretato erroneamente dai cristiani, visto che in alcuni passi Gesù specifica nel Vangelo di Giovanni che :

 " Il nostro amico Lazzaro dorme, ma ora vado a svegliarlo”… non dice quindi che fosse morto. 

Anche la riposta di Tommaso lascia perplessi e lascia intendere un interpretazione diversa a quella che con il tempo si è affermata nella Chiesa:

16Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».

Qui Tommaso sembra incitare gli apostoli ad un suicidio collettivo? Sicuramente no, ma pare evidente che l'evangelista Giovanni non  volesse alludere ad una reale e definitiva morte fisica del corpo!

Nei vangeli inoltre viene sottolineato che proprio a casa di Lazzaro figlio di Simone avviene l'unzione di Gesù e quindi la sua consacrazione a re Messia.

Tornando nuovamente ad esaminare la fonte ebraica iniziale, sappiamo che Lazzaro fosse un discendente degli Ircano, ex regnanti asmonei  legati a Gamala, a Giuda il Galileo e quindi agli zeloti.

 La sua eredità finì quindi nel confluire nella scuola di Yokhannan ben Zakkai, scelto come loro maestro e guida spirituale.

Abbiamo fonti storiche che possono confermare tutto questo?

In Guerre Giudaiche di Flavio Giuseppe viene il tutto confermato, infatti ricordando che gli zeloti nacquero come movimento insurrezionale grazie a Giuda il Galileo e che durante la rivolta giudaica, furono guidati a Gerusalemme proprio da Lazzaro figlio di Simone ( lo stesso identico nome che appare nei Vangeli), che viene in questi passi iniziali presentato come un integralista estremista, messo in disparte dai capi di Gerusalemme, proprio per il suo potere e per la sua potenziale pericolosità:

Libro II:564 A Eleazar figlio di Simone, sebbene avesse il controllo del bottino fatto sui romani e dei denari presi a Cestio, non assegnarono una carica di governo, sia perché scorgevano in lui una tendenza a fare il tiranno, sia perché i più fanatici dei suoi seguaci si atteggiavano a guardie del corpo.

Lazzaro inizialmente prese il possesso del Tempio assieme agli zeloti e fingendo nello stesso tempo di essere contro Giovanni:

Libro V:5 - 1, 2. Infatti Eleazar figlio di Simone, colui che all'inizio aveva separato dal popolo gli Zeloti facendoli penetrare nel tempio, fingendo ora di essere sdegnato per le quotidiane ribalderie di Giovanni…

E alla fine quella che sembrava una messa in scena di fatto si rilevò tale, infatti non solo Lazzaro figlio di Simone si unì a Giovanni, ma lasciò anche a lui il comando degli zeloti:

Libro V:250 Giovanni quando occupò il tempio aveva seimila uomini sotto venti capitani, ma allora anche gli Zeloti, superati i motivi di contrasto, si erano uniti a lui, ed erano duemilaquattrocento con a capo l'Eleazar di prima [ il figlio di Simone] e Simone figlio di Arino.

Dopo l' alleanza con Lazzaro figlio di Simone, ecco che avviene nel tempio l'unzione come da vangelo ( che la spostano a casa di Lazzaro figlio di Simone a Betania), anche se sembrerebbe come descritta più una cresima cristiana di massa, che un unzione individuale di Giovanni a re Messia:

Libro V:565 Pertanto egli [ Giovanni ] attinse il vino e l'olio santo, che i sacerdoti conservavano nel tempio interno per versarlo sugli olocausti, e lo distribuì alla sua banda, e quelli senza inorridire se ne unsero e ne bevvero.

Dopo quest'unzione rituale avvenuta dopo l'alleanza con Lazzaro figlio di Simone, Giovanni come se fosse stato unto davvero come un Re Messia, si comportò di conseguenzaa come un vero e proprio re:

Libro IV:389 - 7, 1. Giovanni, che ormai aspirava a un dominio di carattere personale, era insofferente di aver dignità uguale a quella dei suoi pari e, attirando a sé un po' alla volta alcuni dei più facinorosi, si estraniò dal gruppo al potete. 

Libro IV:390 Egli contravveniva sempre agli ordini emanati dagli altri mentre imponeva inflessibilmente il rispetto di quelli emanati da lui, e fu chiaro che pensava a farsi padrone assoluto.

Libro IV:391 I suoi seguaci erano mossi parte dal timore, parte dalla simpatia (essendo egli molto abile a conciliarsela con raggiri e discorsi), mentre erano in parecchi a pensare che alla loro incolumità conveniva che la colpa dei misfatti ricadesse ormai non su molti, ma su uno solo. 

Libro IV:392 Il suo energico impegno nell'agire e nel far piani gli guadagnò non pochi partigiani, 

Libro IV:393 ma grande rimase, anche il numero degli avversari. Fra questi si faceva sentire l'invidia, perché non sopportavano di dover ubbidienza a chi prima era un loro pari, ma fu soprattutto la preoccupazione di 

evitare l'instaurarsi di un regime monarchico ad allontanarli da Giovanni; 

Libro IV:394 una volta impadronitosi del potere non sarebbe stato facile abbatterlo, ed essi avrebbero avuto contro di sé un motivo di avversione nell'averlo osteggiato al principio. Perciò ognuno preferiva affrontare i rischi di una lotta anziché piegare volontariamente la schiena e fare la fine di uno schiavo. 

Libro IV:395 Tale fu l'origine della spaccatura fra le due fazioni, e Giovanni nei confronti dei suoi avversari prese a comportarsi come un re nemico.

Da altre fonti ebraiche risulta che rabbi Lazzaro figlio d'Ircano, fosse stato additato dal Sinedrio come un cristiano e questo fu uno dei motivi che lo portarono ad essere perseguitato ed esiliato a causa della sua presunta e nascosta conversione alla nuova fede:

http://www.jewishencyclopedia.com/articles/5604-eliezer-liezer-ben-hyrcanus

I rabbini tendono a ridimensionare l'evento, spostando il suo esilio ad altre cause, tuttavia i Vangeli confermano che sia stato perseguitato proprio a causa della sua fede:

GIOVANNI CAP. 12

9Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. 10I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, 11perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

In realtà, secondo i rabbini, Lazzaro figlio d'Ircano era l'allievo prediletto di Yokhannan ben Zakkai e fu propropio lui, stando al Talmud ( Gittin 56 a e b) ad iscenare in comune accordo con i fedelissimi la morte e la risurrezione del suo maestro, per farlo uscire incolume da Gerusalemme assediata dai romani. I suoi amici fedelissimi più noti, riportati sia nelle fonti ebraiche che in quelle cristiane sono il ricco Nicodemo figlio di Gorion e Giuseppe d'Arimatea ( Yose/i il sacerdote nelle fonti ebraiche).






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