giovedì 2 gennaio 2020

PAOLO SECONDO I RABBINI

Gli eventi descritti nel Nuovo Testamento per gli ebrei, testimoni oculari dei fatti, sono accaduti dallo scoppio della prima guerra giudaica (66 D.C.), fino alla fine della terza guerra giudaica (135 D.C.).

Nel Nuovo Testamento viene raccontato che dopo la morte di Gesù, avvennero delle persecuzioni nei confronti dei Cristiani per mano di Paolo/Simone ( il mago) il fabbricante di tende o di Tessuti, membro di spicco del Sinedrio.

Nelle testimonianze rabbiniche invece, le persecuzioni nei confronti dei Cristiani avvennero non dopo la morte di Gesù, ma dopo la morte del Nasi Yokhannnan ben Zakkai, un personaggio che ha compiuto in vita, tutte le opere che I Cristiani associano a Gesù.

Infatti dopo la morte di Zakkai, e cioè dopo l' 80 D.C., ci furono vari tentativi di scacciare gli ebrei/cristiani fuori dalla sinagoghe. Nell'anno 85 D.C. circa, Gamaliele II, prese il posto di Zakkai come presidente del Gran Consiglio (il sinedrio) e convinse l’assemblea di Jamnia a inserire nelle Semoneh Esreh (le 18 benedizioni) una maledizione contro i Nazareni e i Minim (eretici/apostati):

“Siano distrutti i Nazareni  e i Minim  in un istante e siano cancellati dal libro della vita e non siano scritti insieme con i giusti.”

 Gamaliel II passò come consegna il testo a tutte le sinagoghe sparse nell’Impero romano.

La maledizione inserita nelle 18 preghiere aveva lo scopo di fare uscire allo scoperto i cristiani, i quali ovviamente non l’avrebbero mai pronunciata contro se stessi!

Tra l’85 e il 90 D.C. circa venne applicato ai cristiani ed eretici, un provvedimento più incisivo, l’”herem”, che era una maledizione solenne ed era a tutti gli effetti una scomunica che prevedeva la cacciata dei Cristiani dalla sinagoga e da Israele, con l’accusa di eresia e di tradimento di Mosè e del monoteismo ebraico, e anche con pesanti discriminazioni sul piano giuridico e sociale; tutto questo accadeva a chi riconosceva Gesù come il Messia e il Figlio di Dio.

Nello stesso periodo rabbi Tarfon scrive che se avesse preso nella mani una copia del Vangelo ( il Matteo Ebraico), l'avrebbe bruciato, perché in esso compariva troppe volte il nome Dio.

Aspre furono le persecuzioni dei Cristiani, i discepoli dell’ aspirante messia Zakkai, furono messi al bando assieme ai cristiani: Gamaliel II, in quel periodo presidente del Sinedrio, umiliò in pubblico Gesù figlio di Anania ( discepolo di Zakkai) e allontanò ed esiliò il discepolo prediletto di Zakkai, Lazzaro figlio d'Ircano ( il discepolo risorto e amato dal Cristo), con l'accusa di aver apprezzato un insegnamento di Gesù, appreso al mercato di Sepphoris da un uomo chiamato Giacomo.

Dopo Gamaliel II il nuovo patriarca divenne Akiva, che appoggiò la terza rivolta giudaica di Simon bar Kokhba.

Secondo le testimonianze rabbiniche, il console Clemente Romano, configurato come papa dai cristiani, donò al rabbino Akiva tutte le sue ricchezze prima di morire. Questo è un fattore indicativo che serve a farci capire che I Cristiani di quel periodo, non avevano ancora una vera e propria chiesa indipendente, ma continuavano a frequentare le sinagoghe ed erano subordinati a tutti gli effetti ai Nasi ed ai patriarchi ebraici.

Dopo la terza rivolta giudaica ( 135 D.C.), Adriano impedì ai rabbini di insegnare la Torah ( Akiva fu giustiziato per non aver rispettato quest'ordinanza), cacciò tutti gli ebrei da Gerusalemme, affidò a suo nipote Aquila da Sinope la ricostruzione di Gerusalemme e continuò a vietare la circoncisione agli ebrei ( un atto che secondo gli storici di quel tempo, causò la rivolta giudaica).

Aquila da Sinope, stando ai testi cattolici e ortodossi, lo troviamo sempre in coppia con Paolo / Simone ( il mago ), ed anche I testi rabbinici sembrano mettere in coppia questi due personaggi.

Infatti stando ai rabbini, Adriano concesse dopo la la terza rivolta, a Shimon Shezuri, di ricoprire il  ruolo di Nasi e capo del Sinedrio.

Shezuri è un soprannome che deriva da una variante della parola ebraica Shezirah (שזירה), e quindi potrebbe  avere il significato ebraico che dichiara una possibile sua professione: la filatura di tessuti o tendaggi.

Ricordo che questa è la stessa professione di Paolo / Shimon ( mago ) , così come appare nei testi religiosi Cristiani.

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Simeon_Shezuri

Costui come Paolo, dovette allinearsi alle direttive imperiali e quindi dovette convincere gli ebrei sparsi in tutto il mondo ad abbandonare la circoncisione e dovette inventarsi un modo tutto suo, di insegnare alcuni precetti dell'ebraismo senza utilizzare la Torah.

Tuttavia era unito ad Aquila in quanto condividevano lo stesse idee e cioè che le scritture ebraiche, per essere conosciuto in tutto il mondo, dovevano essere tradotte in greco.

Nei testi rabbinici inoltre emerge un particolare che troviamo anche nel Nuovo Testamento e cioè che Paolo, dopo la caduta da cavallo, perse la vista:

Simeone b. Gamaliel disse: 'È successo che i miei occhi mi facevano male a Cesarea e Yose bei Rabbi ha permesso a me e al mio servo dormire fuori dalla sukkah'"(Tosef., Suk. 2: 2); e in un'altra occasione, si afferma:" Simeone b. Gamaliele mandò i saggi e dissero: "È un difetto" "(Bek. 6: 9).

Per chi ama I dettagli, aggiungo che costui, come risulta in Atti, fu allevato ai piedi di Gamaliel ( II ), che era suo padre, era discente di Davide e il suo maestro principale fu rabbi Tarfon: in poche parole aveva un padre e un maestro, tra I più accaniti anticristiani dell'epoca.

Aveva una profonda cultura greca e si traferì a Roma nel periodo in cui Marcione e Aquila si stabilirono nella capitale ( 140 D.C. circa).

Come risulta per Simon Mago negli Atti di Pietro e Paolo,  i rabbini raccontano che Simon ben Gamaliel II entrò in contatto con la famiglia di Nerone, in particolare con un suo discendente,  rabbi Meir .

Shimon pare che all'inizio della sua vita, fosse stato vicino ai Simaritani: infatti elogiò i Samaritani  per aver osservato più rigorosamente di quanto non facessero gli israeliti i comandamenti della Thorà (Ḳid. 76a).
 Con questo ricordo che Simon mago, secondo I cristiani, proveniva dalla Samaria.

Shimon mandò delle lettere a tutte le comunità ebraiche sparse nell'impero romano e in esse emerge che si sforzò di proteggere gli schiavi e garantire loro alcuni diritti (Giṭ. 12b, 37b, 40b) , cosi come fece Paolo:

CAP 6. LETTERA AGLI EFESINI

5Schiavi, obbedite ai vostri padroni terreni con rispetto e timore, nella semplicità del vostro cuore, come a Cristo, 6non servendo per farvi vedere, come fa chi vuole piacere agli uomini, ma come servi di Cristo, facendo di cuore la volontà di Dio, 7prestando servizio volentieri, come chi serve il Signore e non gli uomini. 8Voi sapete infatti che ciascuno, sia schiavo che libero, riceverà dal Signore secondo quello che avrà fatto di bene.
9Anche voi, padroni, comportatevi allo stesso modo verso di loro, mettendo da parte le minacce, sapendo che il Signore, loro e vostro, è nei cieli e in lui non vi è preferenza di persone.

CAP. 3 LETTERA AI COLOSSESI

22Voi,schiavi, siate docili in tutto con i vostri padroni terreni: non servite solo quando vi vedono, come si fa per piacere agli uomini, ma con cuore semplice e nel timore del Signore. 23Qualunque cosa facciate, fatela di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini, 24sapendo che dal Signore riceverete come ricompensa l'eredità.

CAP. 4 LETTERA AI COLOSSESI

1Voi, padroni, date ai vostri schiavi ciò che è giusto ed equo, sapendo che anche voi avete un padrone in cielo.

CAP.6 PRIMA LETTERA A TIMOTEO

1Quelli che si trovano sotto il giogo della schiavitù, stimino i loro padroni degni di ogni rispetto, perché non vengano bestemmiati il nome di Dio e la dottrina. 2Quelli invece che hanno padroni credenti, non manchino loro di riguardo, perché sono fratelli, ma li servano ancora meglio, proprio perché quelli che ricevono i loro servizi sono credenti e amati da Dio. Questo devi insegnare e raccomandare.

CAP.2 LETTERA A TITO

9Esorta gli schiavi a essere sottomessi ai loro padroni in tutto; li accontentino e non li contraddicano, 10non rubino, ma dimostrino fedeltà assoluta, per fare onore in tutto alla dottrina di Dio, nostro salvatore.

Shimon nelle sue norme legali in materia di matrimonio, ha reso una regola invariabile proteggere i diritti e la dignità della moglie rispetto a quelli del marito (Ket. V. 5, vii. 9, XII. 10) , così come appare nelle scritture attribuite a Paolo:

CAP.5 LETTERA AGLI EFESINI

21Nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: 22le mogli lo siano ai loro mariti, come al Signore; 23il marito infatti è capo della moglie, così come Cristo è capo della Chiesa, lui che è salvatore del corpo. 24E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli lo siano ai loro mariti in tutto.
25E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, 26per renderla santa, purificandola con il lavacro dell'acqua mediante la parola, 27e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. 28Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso. 29Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa, 30poiché siamo membra del suo corpo. 31Per questo l'uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. 32Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! 33Così anche voi: ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se stesso, e la moglie sia rispettosa verso il marito.

CAP.3 LETTERA AI COLOSSESI

18Voi,mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore. 19Voi, mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con durezza.

Shimon asserisce anche che:

"La giustizia deve essere accordata ai non ebrei come agli ebrei; i primi dovrebbero avere la possibilità di chiedere un giudizio davanti a un tribunale ebreo o pagano"  (Sifre, Deut. 16 [ed. Friedmann, p. 68b]) .
Così Paolo, dopo il suo arresto ( At. Cap 25), tiene a precisare di avere la cittadinanza romana e di avere il diritto di appellarsi a Cesare.

In poche parole Shimon ben Gamaliel II in vita si è occupato delle stesse tematiche di Paolo e potrete prendere visione e compare I suoi autentici contenuti cliccando negli allegati/numerini riportati accanto ad ogni tematica trattata e che troverete nel sito seguente:


https://en.m.wikipedia.org/wiki/Simeon_ben_Gamaliel_II


Anche Shimon ben Gamaliel II, potrebbe essere stato guarito da Anania ben Dosa cosi come è narrato negli Atti degli Apostoli per Paolo di Tarso:

Dopo aver menzionato il rabbino Ḥanina ben Dosa nella nostra mishna, la Gemara procede a lodare ulteriormente l'efficacia della sua preghiera: I Saggi insegnavano: C'è stato un incidente in cui il figlio di Rabban Gamliel si è ammalato. Rabban Gamliel inviò due studiosi dal rabbino Ḥanina ben Dosa a pregare per la misericordia e la guarigione per suo conto. Quando il rabbino Ḥanina ben Dosa li vide avvicinarsi, salì nella soffitta sul tetto della sua casa e pregò per pietà per lui. Sulla sua discesa, disse ai messaggeri: Potete andare e tornare a Rabban Gamliel ,poiché la febbre ha già lasciato suo figlio ed è stato guarito. I messaggeri gli chiesero: Come fai a saperlo? Sei un profeta? Rispose loro: Non sono né profeta né figlio di profeta (cfr Amos 7:14 ), ma ho ricevuto una tradizione riguardo a questa indicazione: Se la mia preghiera è fluente nella mia bocca mentre la recito e ci sono nessun errore, so che la mia preghiera è accolta. E se no, so che la mia preghiera viene respinta. La Gemara riferisce che questi messaggeri sedevano, scrivevano e si avvicinavano a quel preciso momento in cuiRabbi Ḥanina ben Dosa ha detto loro questo. Quando vennero davanti a Rabban Gamliel e riferirono tutto ciò che era accaduto e gli mostrarono ciò che avevano scritto, Rabban Gamliel disse loro: Giuro sul servizio del tempio che nel tempo che avete scritto non eravate né prima né dopo; anzi, così è avvenuto l'evento : proprio in quel momento gli è venuta la febbre e ci ha chiesto dell'acqua da bere.