sabato 23 gennaio 2021

CHI ERA IL MISTERIOSO UOMO CHE PORTAVA LA BROCCA D'ACQUA?


Nei Vangeli appare un misterioso uomo con la brocca piena d'acqua, che aveva lo scopo di riunire i DODICI e di organizzare l'ultima cena chiesta da Gesù:

http://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Mt26,17-20;Mc14,12-17;Lc22,7-14&versioni[]=C.E.I.

La cosa più strana è che in quei tempi erano le donne che si occupavano  degli approvigionamenti di acqua ed è ancora più strano il fatto che questo accadde sotto gli occhi di tutti, a Gerusalemme, durante un giorno di festa. 

Fu un caso così strano ed eccezionale, che anche tutti i rabbini raccontarono questa storia, specificando il nome dell'uomo:

"I saggi insegnarono: una volta che tutto il popolo ebraico salì per il festa in pellegrinaggio a Gerusalemme e non c'era abbastanza acqua da bere. Nakdimon ben Guryon, uno dei ricchi cittadini di Gerusalemme, andò da un certo ufficiale gentile [ egemon ] e gli disse: Prestami DODICI pozzi d'acqua per i pellegrini, e io ti restituirò DODICI pozzi d'acqua. E se non te li do, ti darò DODICI talenti d'argento. E l'ufficiale gli ha fissato un limite di tempo per restituire l'acqua. Quando arrivò il tempo stabilito e non era caduta pioggia, al mattino il funzionario ha inviato un messaggio a Nakdimon: Inviami sia la l'acqua o le monete che mi devi. Nakdimon gli ha inviato un messaggio : ho ancora tempo, poiché l'intera giornata è mia. A mezzogiorno il funzionario gli mandò di nuovo un messaggio : mandami l' acqua o le monete che mi devi. Nakdimon gli ha inviato un messaggio : mi resta ancora tempo durante il giorno. Nel pomeriggio gli ha inviato un messaggio : mandami anche l' acqua o le monete che mi devi. Nakdimon gli ha inviato un messaggio : mi resta ancora tempo durante il giorno. Quell'ufficiale lo ridicolizzò, dicendo: Durante tutto l'anno la pioggia non è caduta, e ora pioverà? Entrò nello stabilimento balneare in uno stato di gioia, anticipando la grande somma di denaro che stava per ricevere. Mentre il maestro entrava nella vasca da bagno nella sua gioia, Nakdimon entrò nel Tempio in uno stato di tristezza. Si avvolse nel suo scialle di preghiera e si fermò in preghiera. Ha detto davanti a Dio:Maestro dell'Universo, ti viene rivelato e noto che non ho agito per il mio onore, né ho agito per l'onore della casa di mio padre. Piuttosto, ho agito per il tuo onore, in modo che ci fosse acqua per i pellegrini del festa. Immediatamente il cielo fu coperto e la pioggia cadde fino a quando le dodici cisterne furono riempite d'acqua, e vi fu ancora più acqua, così che traboccarono. Quando il maestro lasciò lo stabilimento balneare, Nakdimon ben Guryon lasciò il tempio. Quando si incontrarono, Nakdimon gli disse: Dammi i soldi che mi devi per l'acqua extra che hai ricevuto. L'ufficiale gli disse: So che il Santo, Benedetto sia Lui, ha scosso il suo mondo e fatto cadere la pioggia solo per te. Tuttavia, continuo a presentare un reclamo contro di te, in base al quale posso legalmente prendere le mie monete da te, poiché non mi hai pagato alla data concordata, poiché il sole era già tramontato e quindi la pioggia è caduta sulla mia proprietà. Nakdimon tornò indietro ed entrò nel Tempio, si avvolse nel suo scialle di preghiera e si fermò in preghiera. Disse davanti a Dio: Maestro dell'Universo, fa sapere che hai amato i tuoi nel mondo. Immediatamente, le nuvole si dispersero e il sole splendeva. A quel tempo, il maestro gli disse: Se il sole non avesse penetrato le nuvole, avrei avuto un reclamo contro di voi, dal quale ho potuto e ho preso le mie monete da voi. Insegnò un saggio : Nakdimon non era il suo vero nome; piuttosto si chiamava Buni. E perché si chiamava Nakdimon? Perché il sole ha attraversato [ nikdera ] per lui. I saggi hanno insegnato: Per quanto riguarda tre persone, il sole è penetrato e ha brillato in un momento irregolare per il loro bene: Mosè, Giosuè e Nakdimon ben Guryon. La Gemara chiede: Concesso, il caso di Nakdimon ben Guryon è noto al già citato tradizione. Anche il caso di Giosuè deriva da un versetto, come è scritto: "E il sole si fermò e la luna rimase finché il popolo non si vendicò dei suoi nemici" (Giosuè 10:13).

Taanit 19b : 15 - 20a : 5


I vangeli hanno ambientato lo stesso evento in concomitanza all'ultima cena, tuttavia negli scritti ebraici anche Nicodemo, l'uomo che si occupo' dell'acqua, si trovo' seduto a tavola insieme a loro:

https://originidelcristianesimoprimitivo.blogspot.com/2021/01/lultima-cena-secondo-gli-ebrei.html?m=1

È evidente che contrariamente a quello che raccontano i Vangeli, il Gran Maestro non si chiamava Gesù ma Giovanni e che il discepolo da lui amato (così come confermato in Giovanni 11 : 36), il suo prediletto, era Lazzaro ( Elizer ben Ircanus), che nella cena  appare come suo ospite d'onore. 



venerdì 22 gennaio 2021

L'ULTIMA CENA SECONDO GLI EBREI

 



(R. Yochannan) :Di chi sei figlio? Egli rispose: Sono il figlio di Ircano. Poi disse (R. Jochanan): Non sei tu il figlio di uno dei grandi uomini del mondo, e non me l'hai detto? Per la tua vita! Continuò: Oggi mangerai con me. (Eliezer) ha risposto: ho già mangiato con il miei ospiti. (R. Jochanan) ha chiesto: Chi sono i tuoi ospiti? Rispose: R. Joshua ben Anania e R. Giuseppe il sacerdote…

I figli d’Ircano dissero al padre: Vattene a Gerusalemme perchè tuo figlio Eliezer non dovrebbe godere dei tuoi beni. Salì a Gerusalemme per diseredarlo e accadde che una festa era celebrata lì da R. Jochanan ben Ẓakkai. Tutti i magnati del distretto stavano cenando con lui; (come) Ben Zizith Hakkeseth, Nicodemo ben Gorion e Ben Kalba S'bu'a. 

La gente diceva (a R. Jochanan): Ecco, è arrivato il padre di R. Eliezer. Li invitò dicendo: Preparategli un posto e mettetelo a sedere accanto a noi. (R. Jochanan)

https://www.sefaria.org/Pirkei_DeRabbi_Eliezer.1?lang=bi

Nel Talmud Gittin 56 a e b, il corpo apparentemente morto del gran maestro Yochanan ben Zakkai viene portato fuori da Gerusalemme da Abba Sikra (Simone di Ghiora), Gesù figlio di Anania e da Lazzaro (Eliezer) figlio d’Ircano.

Esiste una variante nei testi ebraici, dove nell’evento sopra descritto, Gesù figlio di Anania viene sostituito da Giuseppe il sacerdote. 


domenica 10 gennaio 2021

IL PRIMO MAESTRO DI GESÙ

 Dal Vangelo dell’infanzia di Tommaso emerge un dato importantissimo utile per identificare chi fosse il primo maestro di Gesù. Sebbene siamo stati abituato a leggere in molti vangeli Giovanni (il battista), in questo Vangelo notiamo una variante molto interessante del primo maestro di Gesù. Nel vangelo si parla del vecchio Zaccheo (Zakkai):

[6, 1] Gesù e il primo maestro. Un precettore di nome Zaccheo, trovandosi da quelle parti, udì Gesù che diceva queste parole a suo padre e si meravigliò grandemente che un ragazzo parlasse in tal modo. E, pochi giorni dopo, si avvicinò a Giuseppe e gli disse: "Tu hai un ragazzo saggio, dotato di intelligenza. Su, affidalo a me, affinché impari le lettere. Con le lettere, gli insegnerò ogni conoscenza, anche a salutare i vecchi e a riverirli come gli antenati e i padri, e ad amare i suoi coetanei".

[2] E gli disse con grande cura e chiarezza tutte le lettere, dall'Alfa fino all'Omega. Ma, fissando lo sguardo sul precettore Zaccheo, gli disse: "Tu che non sai la natura dell'Alfa, come puoi insegnare agli altri la Beta? Ipocrita! Se la sai, insegna prima l'Alfa, poi ti crederemo quanto alla Beta". Incominciò poi a interrogare il maestro sulla prima lettera, ma non gli seppe rispondere.

[3] Alla presenza di molti, il ragazzo disse allora a Zaccheo: "Ascolta, maestro, la disposizione della prima lettera, bada come abbia linee e tratti mediani, vedi le comuni, le trasversali, le congiunte, le ascendenti, le divergenti... Le linee dell'Alfa sono di tre segni: omogenei, equilibrati, proporzionati".

[7, 1] Quando il maestro udì il ragazzo esporre tante e tali allegorie sulla prima lettera, restò sconcertato davanti alla profondità della risposta e dell'insegnamento di lui, e disse ai presenti: "Povero me! Io sfortunato, non so più che fare. Io stesso mi sono procurato la vergogna, attirando a me questo ragazzo.

[2] Ripigliatelo, dunque, te ne prego, fratello Giuseppe. Non posso sopportare l'austerità del suo sguardo, non so proprio spiegarmi il suo parlare. Questo ragazzo non è nato terrestre: può domare persino il fuoco! Forse è nato prima della creazione del mondo. Quale ventre l'ha portato e quale seno l'ha nutrito? Io non lo so. Povero me, amico mio. Mi fa andare fuori senno. Non posso più tenere dietro alla sua intelligenza. Mi sono ingannato: Me tre volte infelice! Cercavo di avere un discepolo e ho scoperto che avevo un maestro!

[3] Penso alla mia vergogna, amici miei, poiché vecchio come sono, fui superato da un ragazzo. Non mi resta proprio altro che disperarmi e morire, a causa di questo ragazzo, perché in questo momento non posso guardarlo in faccia. E quando tutti diranno che sono stato superato da un ragazzino, che cosa potrò replicare? E che cosa potrò dire in merito a quanto mi ha detto sulle linee della prima lettera? Non so, amici, perché, di lui, non comprendo n‚ l'inizio n‚ la fine.

[4] Ti supplico, dunque, fratello Giuseppe, di ricondurlo a casa tua. Costui, infatti, è qualcosa di Grande: o un dio o un angelo o non so cosa dire".

[8, 1] Siccome alcuni Ebrei davano consigli a Zaccheo, il ragazzo rise grandemente, e disse: "Ora portino frutto le cose tue e vedano i ciechi di cuore. Io sono venuto dall'alto per maledirli, e a chiamarli alle cose dell'alto, come mi ha ordinato colui che mi ha mandato a voi".

[2] Quando il ragazzo cessò di parlare, tutti coloro che erano caduti sotto la sua maledizione furono subito risanati. Da allora, più nessuno osava provocarlo, per non essere da lui maledetto e rimanere cieco.

http://www.intratext.com/IXT/ITA0183/_P1.HTM

Zaccheo appare nei Vangeli Canonici e appare anche in molti passi delle omelie  pseudo clementine, dove nell’opera viene nominato come primo Vescovo della più grande e più importante chiesa della cristianità dell’epoca situata a Cesare. Nell’opera è lo stesso Pietro che gli affida questo ruolo di primissimo piano, perché a suo dire l’aveva scelto primo di lui il Cristo. 

In ogni modo questo è una delle opere che tende a sostituire Gesù, al vero maestro dell’ebraismo,  definito l’ultimo saggio del Tempio e cioè il vecchio  Yochannan ben Zakkai, chiamato dai Cristiani Giovanni (il battista) o semplicemente Zaccheo (Zakkai).