sabato 13 novembre 2021

IL FIGLIO DELL'UOMO E IL FIGLIO DI DAVIDE, SECONDO LE OPERE E LA STORIA

Metterò delle fonti di varia provenienza a confronto, in maniera tale che chiunque capirebbe chi fosse il "figlio dell'uomo" storico. 

Le fonti parlano delle medesime cose e ho colorato con le stesso colore le parti congruenti....è a prova di scimmia! 

Non aggiungerò alcun commento, perchè le fonti parlano da sole e dovrebbero automaticamente comunicarvi chi fosse quel personaggio storico, ricordato anche come "discendente di Davide":

1 SAMUELE 21

1 Davide si alzò e partì e Giònata tornò in città.

2 Davide si recò a Nob dal sacerdote Achimelech. Achimelech, turbato, andò incontro a Davide e gli disse: «Perché sei solo e non c'è nessuno con te?». 3 Rispose Davide al sacerdote Achimelech: «Il re mi ha ordinato e mi ha detto: Nessuno sappia niente di questa cosa per la quale ti mando e di cui ti ho dato incarico. Ai miei uomini ho dato appuntamento al tal posto. 4 Ora però se hai a disposizione cinque pani, dammeli, o altra cosa che si possa trovare». 5 Il sacerdote rispose a Davide: «Non ho sottomano pani comuni, ho solo pani sacri: se i tuoi giovani si sono almeno astenuti dalle donne, potete mangiarne». 6 Rispose Davide al sacerdote: «Ma certo! Dalle donne ci siamo astenuti da tre giorni. Come sempre quando mi metto in viaggio, i giovani sono mondi, sebbene si tratti d'un viaggio profano; tanto più oggi essi sono mondi». 7 Il sacerdote gli diede il pane sacro, perché non c'era là altro pane che quello dell'offerta, ritirato dalla presenza del Signore, per essere sostituito con pane fresco nel giorno in cui si toglie.

MATTEO CAP. 12

3Ed egli rispose: «Non avete letto quello che fece Davide quando ebbe fame insieme ai suoi compagni? 4Come entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che non era lecito mangiare né a lui né ai suoi compagni, ma solo ai sacerdoti? 5O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio infrangono il sabato e tuttavia sono senza colpa? 6Ora io vi dico che qui c'è qualcosa più grande del tempio. 7Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato individui senza colpa. 8Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato».


GUERRE GIUDAICHE DI FLAVIO GIUSEPPE

Libro V:564 Ai suoi uomini diceva che non dovevano farsi scrupolo di usare le cose sacre a sostegno della santa causa, e che chi combatteva per il tempio doveva essere mantenuto dal tempio stesso. 

Libro V:565 Pertanto egli [ Giovanni] attinse il vino e l'olio santo, che i sacerdoti conservavano nel tempio interno per versarlo sugli olocausti, e lo distribuì alla sua banda, e quelli senza inorridire se ne unsero e ne bevvero.

Libro IV:103 Con tali discorsi [ Giovanni ] abbindolò Tito, e infatti egli non si preoccupava tanto del sabato..


Avot D'Rabbi Natan 4: 5


Ecco, dice: "Poiché desidero il bene, non il sacrificio; L'obbedienza a Dio, piuttosto che bruciata offerte "(Osea 6: 6). Fin dall'inizio, il mondo è stato creato solo con gentilezza, come dice:" Dichiaro, "Il tuo amore costante è confermato per sempre; là nei cieli stabilisci la tua fedeltà". (Salmi 89: 3). Una volta, il rabban Yochanan ben Zakkai era fuori a Gerusalemme e il rabbino Joshua stava camminando dietro di lui e vide che il tempio era stato distrutto. Disse: "Guai a noi per ciò che fu distrutto! Il luogo che espiò tutti i peccati di Israele. Il rabban Yochanan ben Zakkai gli disse:" Figlio mio, non essere rattristato. Abbiamo una forma di espiazione simile a quella, e quale è? Atti di amorevole benignità ( Gemilut Chasadim), come dice: "Poiché desidero la bontà, non il sacrificio; L'obbedienza a Dio, piuttosto che le offerte bruciate" (Osea 6: 6), e non i sacrifici ... e quali atti di gentilezza sono questi? Quella prepara una sposa e la rallegra, accompagna i morti, dà soldi ai poveri e prega tre volte al giorno.

Yochannan ben Zakkai ricostruì, come ci si aspettava dal Messia, il Sinedrio a Yabne, fu nominato Nasi, carica destinata solitamente ai discendenti di Davide, ed era lo zio di Abba Sikra, chiamato anche Simone bar Giora nelle opere di Giuseppe Flavio o Simone bargiona, che significa figlio di Giovanni ( esattamente come a Pietro), in alcune versioni dell' Historia Romana di Cassio Dione.  Quest'ultimo fu imprigionato a Roma nel Mamertino, come la tradizione cristiana vuole Simone figlio di Giovanni detto Pietro e successivamente venne martirizzato. Su quest'uomo, che uscì da sotto le pietre del Tempio di Gerusalemme ormai distrutto, sarà ricostruito il nuovo Tempio, che prese il nome di Romana Chiesa e l'ultimo baluardo e difensore della casa di Dio in terra, divenne il guardiano difensore delle porte del Paradiso nei cieli. 


sabato 16 ottobre 2021

IL FRUTTO DEL PECCATO GENERA LA MORTE

 IN GENESI CAP. 3, Dio ammette che l’uomo è diventato come a lui, mangiando la mela proibita e con essa adesso l’uomo ha conoscenza  del bene e del male:

22Il Signore Dio disse allora: «Ecco l'uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. 

Esaminando adesso l’interno di una mela ci accorgiamo che l’alloggiamento dei suoi semi, formano un pentacolo:



Il Simbolo del pentacolo ha acquisito molti significati  in varie civiltà del passato, per citarne alcune, ad esempio nell’occultismo, il pentacolo svolge una funzione rituale, che stando a Aleister Crowley è divenuto il simbolo che tutti conosciamo, ovvero il pentagramma iscritto nel cerchio. Il pentacolo racconta l’equilibrio degli elementi: le sue cinque punte simboleggiano acqua, aria, fuoco, terra e, in cima, lo spirito. Queste forze, in un intenso rapporto di collaborazione, riassumono la potenza spirituale e divina dell’universo.

A parte il suo enorme simbolismo, entrando sempre a più a fondo in quello che una mela possa simboleggiare, grazie alla scienza oggi sappiamo che i semi di una mela sono ricchi di amigdalina una molecola a base di CIANURO e zucchero : gli enzimi della flora batterica degradano la sostanza in composti tossici tra cui, appunto, acido cianidrico. Quest'ultimo, in dosi massicce, provoca intossicazione ed avvelenamento, che provoca morte per asfissia cellulare.

Ricordando che in passato i nazisti utilizzavano una pillola a base di CIANURO per suicidarsi rapidamente, non credo che sia da scartare l'ipotesi che il primo uomo, abbia ridotto gli anni della sua vita, non tanto per punizione divina, ma probabilmente per avvelenamento da semi di mela. 

Non sappiamo se tanti anni fa i semi di mela avessero un contenuto di cianuro superiore a quelle di oggi, ma di sicuro, un abuso nell'ingestione di queste, potrebbero aver portato alla morte progressiva di Adamo ed Eva.


domenica 30 maggio 2021

IL NUOVO MOSÈ E IL SUO NUOVO PATTO

 La vita di Mosè è suddivisa in periodi di quarant'anni: dalla nascita a quando gli venne l'idea di far visita ai suoi fratelli, da lì all'apparizione del Signore sul Sinai e poi i quarant'anni nel deserto.

Mosè visse fino a 120 anni e la sua vita è stata suddivisa in 3 periodi principali, dalla durata ognuno di 40 anni.


Il tutto è sentetizzato negli Atti degli apostoli ( 7,23.30.36), che termina con una profezia di Mosè, che secondo i cristiani si riferisce chiaramente alla venuta Gesù:


22Così Mosè venne istruito in tutta la sapienza degli Egiziani ed era potente nelle parole e nelle opere. 23Quando stava per compiere i quarant'anni, gli venne l'idea di far visita ai suoi fratelli, i figli di Israele, 24e vedendone uno trattato ingiustamente, ne prese le difese e vendicò l'oppresso, uccidendo l'Egiziano. 25Egli pensava che i suoi connazionali avrebbero capito che Dio dava loro salvezza per mezzo suo, ma essi non compresero. 26Il giorno dopo si presentò in mezzo a loro mentre stavano litigando e si adoperò per metterli d'accordo, dicendo: Siete fratelli; perché vi insultate l'un l'altro? 27Ma quello che maltrattava il vicino lo respinse, dicendo: Chi ti ha nominato capo e giudice sopra di noi? 28Vuoi forse uccidermi, come hai ucciso ieri l'Egiziano? 29Fuggì via Mosè a queste parole, e andò ad abitare nella terra di Madian, dove ebbe due figli.

30Passati quarant'anni, gli apparve nel deserto del monte Sinai un angelo, in mezzo alla fiamma di un roveto ardente. 31Mosè rimase stupito di questa visione; e mentre si avvicinava per veder meglio, si udì la voce del Signore: 32Io sono il Dio dei tuoi padri, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Esterrefatto, Mosè non osava guardare. 33Allora il Signore gli disse: Togliti dai piedi i calzari, perché il luogo in cui stai è terra santa. 34Ho visto l'afflizione del mio popolo in Egitto, ho udito il loro gemito e sono sceso a liberarli; ed ora vieni, che ti mando in Egitto. 35Questo Mosè che avevano rinnegato dicendo: Chi ti ha nominato capo e giudice?, proprio lui Dio aveva mandato per esser capo e liberatore, parlando per mezzo dell'angelo che gli era apparso nel roveto. 36Egli li fece uscire, compiendo miracoli e prodigi nella terra d'Egitto, nel Mare Rosso, e nel deserto per quarant'anni. 

37Egli è quel Mosè che disse ai figli d'Israele: Dio vi farà sorgere un profeta tra i vostri fratelli, al pari di me….

Come si evince dall'ultimo passo, quel capo, giudice, liberatore e profeta simile a Mose, altro non poteva essere che Yochannan ben Zakkai. Infatti quest'ultimo come a Mosè visse fino a 120 anni e la sua vita in maniera identica fu divisa in periodi di quarant'anni ciascuno. Nel primo di questi si dedicò al commercio; nel secondo studiò; e nella terzo insegnava (RH 30b). Un'altra versione (Sifre, Deut. 357 ) narra che negli ultimi quarant'anni della sua vita è stato un leader di Israele, un patriarca e un nasi e cioè il capo del sinedrio ( il capo dei giudici d'Israele).


Oltre all'incoronazione di Vespasiano come nuovo imperatore, Yochannan ben Zakkai profetizzò la caduta del tempio di Gerusalemme,proprio come al Gesù dei cristiani, 40 anni prima, sotto Ponzio Pilato:

Soncino Talmud


" nostri rabbini insegnavano: Durante gli ultimi quarant'anni prima della distruzione del Tempio .. le porte degli Hekal si aprivano da sole, finché R. Johanan B. Zakkai li rimproverava dicendo: Hekal, Hekal, perché vuoi allarmarci (predichi la tua stessa distruzione)? So di te che sarai distrutto, perché Zaccaria ben Ido ha già profetato riguardo a te: apri le tue porte, o Libano, affinché il fuoco possa divorare i tuoi cedri "


(Soncino Talmud, Seder Mo'ed, vol. III Toma, pagina 186)

E ancora:


'' Disse Rabban Yohanan Ben Zakkai al Tempio, 'O Tempio, perché ci spaventi? Sappiamo che finirai distrutto. Perché è stato detto: 'Apri le tue porte, o Libano, affinché il fuoco divori i tuoi cedri' '' (Zaccaria 11: 1) '(Sota 6: 3), (Yoma 39b).


Yochannan ben Zakkai come se fosse stato mandato dal Signore, come se fosse il suo angelo messaggero, avvisò con questa profezia il popolo ebraico di quale fosse il destino del Tempio di Gerusalemme e ovviamente chi avesse compreso il valore delle sue parole, sarebbe stato lontano da Gerusalemme non appena avrebbe visto le legioni dei romani intenzionate ad assediarla.

Il popolo ebraico ha avuto quindi 40 anni di tempo per trovare la selvezza, lo stesso tempo in cui Mosè riuscì a liberare e a salvare il popolo eletto.

Stando al Talmud Gittin 56 a e b, dopo la sua presunta morte e resurrezione, Yochannan ben Zakkai venendo a patti con Vespasiano, riuscì a salvare la parola del Signore, salvò la religione ebraica e alcuni importanti uomini del popolo eletto, compreso Gamaliel II, per salvare la discendenza di sangue davidica.

Dopo la distruzione del Tempio, Yochannan ben Zakkai emanò nuove leggi e nuove linee guide, conformando sulla carta, fino alla fine, di essere quell'uomo profetizzato da Mosè, simile a lui.


Se ci fu un nuovo patto,  fra Dio e l'uomo,con delle nuove leggi,come sostengono I cristiani, quel nuovo patto fu fatto da Yochannan ben Zakkai: Gesù ( che significa il salvatore) è sicuramente un soprannome dato a lui da qualche pagano, visto che tutte le cose a lui attribuite dai cristiani, vengono nelle stessa maniera attribuiti dagli ebrei a Yochannan ben Zakkai se pur con meno enfasi.


domenica 14 marzo 2021

GESÙ RENDE PURI TUTTI I CIBI E TROVA PROTEZIONE A TIRO

 “Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?” (Mc 7,18-19). “Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo”(Mc 7,20). Per l’evangelista Marco, Gesù “così rendeva puri tutti gli alimenti” (Mc 7,19), smentendo di fatto le prescrizioni del Levitico. Quello che Gesù ha detto è talmente grave per gli osservanti della legge, che subito dopo dovrà rifugiarsi all’estero, tra gli stranieri pagani e precisamente  “nella regione di Tiro” (Mc 7,31).


In Guerre Giudaiche lo storico Falvio Giuseppe conferma interamente il contenuto del passo evangelico, ma lo attribuisce sempre a Giovanni:


Libro VII:264 La sua mensa era infatti imbandita con cibi proibiti ed egli aveva abbandonato le tradizionali regole di purità, sì che non poteva più far stupore se uno che era così follemente empio verso il Dio non osservava più la bontà e la fratellanza verso gli uomini.

NON SOLO, GIUSEPPE FLAVIO ATTESTA IN PIÙ RIPRESE, CHE GIOVANNI IN SEGUITO TROVERÀ RIFUGIO E PROTEZIONE DAGLI STRANIERI DI TIRO:

GUERRE GIUDAICHE

Libro II:588 [ Giovanni di Giscala] Aveva cura di non accogliere nessuno che potesse facilmente esser preso, ma sceglieva gli individui che si distinguevano per prestanza, coraggio ed esperienza di guerre, finché radunò una banda di quattrocento uomini, che per lo più si erano dati alla macchia provenendo dalla regione di Tiro e dai villaggi vicini.


“VITA” di Giuseppe Flavio:


[372] A Giovanni rimasero solo i concittadini e alcuni STRANIERI, circa millecinquecento, della metropoli dei Tirii. E Giovanni, vinto da me con questo espediente, per il seguito se ne rimase impaurito nella sua città.


sabato 13 marzo 2021

GESÙ DAL FILM ALLA STORIA

LA CACCIATA DEI MERCANTI DEL TEMPIO E LA SOSPENSIONE DEI RITI SACRIFICALI

UNA SCENA TRATTA DAL FILM DI ZEFFIRELLI:

https://youtu.be/aA_0DELSc-4

LA STORIA:


Libro V:99 Arrivata infatti la festa degli Azzimi il giorno quattordici del mese di Xanthico, quando secondo i giudei essi si liberarono per la prima volta dagli egiziani, gli uomini di Eleazar spalancarono le porte e ammisero nel tempio chiunque del popolo volesse entrare a pregare. 
Libro V:100 Allora Giovanni, approfittando della festa per ordire nascostamente un tranello, scelse i meno noti fra i suoi partigiani, che per lo più erano in stato d'impurità, e con le armi ben celate li mandò in tutta fretta a impadronirsi del tempio. Quelli, appena furono dentro, si liberarono delle vesti e all'improvviso si vide che erano guerrieri. 
Libro V:101 Nel tempio scoppiò immediatamente un'enorme confusione, e il popolo estraneo alle fazioni credette che quelli volessero assalire tutti indiscriminatamente, mentre invece gli Zeloti compresero che l'attacco era rivolto soltanto contro di loro. 
Libro V:102 Questi abbandonarono la guardia alle porte e, saltati giù dai merli, prima che lo scontro potesse cominciate si rifugiarono nei sotterranei del tempio; i popolani, raccoltisi impauriti attorno all'altare e ammassandosi nei pressi del santuario, vennero calpestati e malmenati senza pietà a legnate...

(GUERRE GIUDAICHE DI GIUSEPPE FLAVIO)

 Più tardi Giovanni, fingendo di offrire un sacrificio, manda uomini a massacrare Eleazaro e i suoi, impadronendosi così del tempio.

(TACITO HIST. 11)


"I nostri rabbini insegnavano: Durante gli ultimi quarant'anni prima della distruzione del Tempio .. le porte degli Hekal si aprivano da sole, finché R. Johanan B. Zakkai li rimproverava dicendo: Hekal, Hekal, perché vuoi allarmarci (Predichi la tua stessa distruzione)? So di te che sarai distrutto, perché Zaccaria ben Ido ha già profetato riguardo a te: apri le tue porte, o Libano, affinché il fuoco possa divorare i tuoi cedri "

(Soncino Talmud, Seder Mo'ed, vol. III Toma, pagina 186).

Libro VI:96 Giuseppe, collocatosi in modo da essere udito non soltanto da Giovanni, ma anche dalla massa, 
Libro VI:97 trasmise in ebraico il messaggio di Cesare e concluse con un lungo appello perché volessero 
risparmiare la patria, disperdere le fiamme che già lambivano il santuario e rendere al Dio i sacrifici espiatori. 
Libro VI:98 Le sue parole furono accolte dal popolo con sgomento e silenzio mentre il tiranno, dopo aver scagliato un'infinità d'ingiurie e di maledizioni contro Giuseppe, terminò dicendo che non temeva la conquista della città perché questa apparteneva al Dio. 
Libro VI:99 Allora Giuseppe esplose: “Veramente pura hai conservato la città per il Dio, e intatto rimane il tempio, e nessuna offesa hai arrecato a colui che speri di aver alleato, ed egli riceve le consuete offerte! 
Libro VI:100 Se a te, maledetto empio, qualcuno togliesse il tuo cibo quotidiano, tu lo giudicheresti un nemico: come puoi illuderti di avere dalla tua parte nella guerra colui che hai privato del culto che durava da sempre? 
Libro VI:101 E attribuirai le tue colpe ai romani, che finora si son dati cura delle nostre leggi e cercano di restaurare per il Dio i riti sacrificali interrotti per causa tua? 
Libro VI:102 Chi non compiangerebbe amaramente la città per lo strano capovolgimento subito, dato che degli 
stranieri, e per di più nemici, si preoccupano di mettere riparo alla tua empietà, mentre tu, che sei un giudeo e sei stato educato all'osservanza delle nostre leggi, le offendi assai più gravemente di loro? 
Libro VI:103 Eppure, Giovanni, non soltanto è bello pentirsi delle proprie colpe, sia pure all'ultimo momento, ma se tu volessi risparmiare alla patria la rovina avresti un magnifico esempio da seguire, quello di Ieconia re dei giudei. 
Libro VI:104 Quando per causa sua l'esercito babilonese gli mosse guerra, egli, prima che la città fosse espugnata, ne venne fuori senza che alcuno lo costringesse e preferì affrontare volontariamente la schiavitù 
insieme con la sua famiglia piuttosto che consegnare ai nemici questi luoghi santi e vedere la casa del Dio in preda alle fiamme. 
Libro VI:105 Per questo tutti i giudei lo esaltano nella loro storia sacra e il ricordo sempre fresco presso i posteri attraverso i secoli lo rende immortale. 
Libro VI:106 Un magnifico esempio, Giovanni, anche se per seguirlo dovessi affrontare qualche pericolo; io, comunque, ti assicuro anche il perdono dei romani,
Libro VI:107 e poiché si deve badare chi è a dare un consiglio e da dove viene, ricordati che è un connazionale ad esortarti, che sono un giudeo io che ti do questa assicurazione. Preferirei morire anziché trasformarmi in uno di quegli schiavi abbietti che rinnegano la loro stirpe e si dimenticano della patria.

(GUERRE GIUDAICHE DI GIUSEPPE FLAVIO)

sabato 23 gennaio 2021

CHI ERA IL MISTERIOSO UOMO CHE PORTAVA LA BROCCA D'ACQUA?


Nei Vangeli appare un misterioso uomo con la brocca piena d'acqua, che aveva lo scopo di riunire i DODICI e di organizzare l'ultima cena chiesta da Gesù:

http://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Mt26,17-20;Mc14,12-17;Lc22,7-14&versioni[]=C.E.I.

La cosa più strana è che in quei tempi erano le donne che si occupavano  degli approvigionamenti di acqua ed è ancora più strano il fatto che questo accadde sotto gli occhi di tutti, a Gerusalemme, durante un giorno di festa. 

Fu un caso così strano ed eccezionale, che anche tutti i rabbini raccontarono questa storia, specificando il nome dell'uomo:

"I saggi insegnarono: una volta che tutto il popolo ebraico salì per il festa in pellegrinaggio a Gerusalemme e non c'era abbastanza acqua da bere. Nakdimon ben Guryon, uno dei ricchi cittadini di Gerusalemme, andò da un certo ufficiale gentile [ egemon ] e gli disse: Prestami DODICI pozzi d'acqua per i pellegrini, e io ti restituirò DODICI pozzi d'acqua. E se non te li do, ti darò DODICI talenti d'argento. E l'ufficiale gli ha fissato un limite di tempo per restituire l'acqua. Quando arrivò il tempo stabilito e non era caduta pioggia, al mattino il funzionario ha inviato un messaggio a Nakdimon: Inviami sia la l'acqua o le monete che mi devi. Nakdimon gli ha inviato un messaggio : ho ancora tempo, poiché l'intera giornata è mia. A mezzogiorno il funzionario gli mandò di nuovo un messaggio : mandami l' acqua o le monete che mi devi. Nakdimon gli ha inviato un messaggio : mi resta ancora tempo durante il giorno. Nel pomeriggio gli ha inviato un messaggio : mandami anche l' acqua o le monete che mi devi. Nakdimon gli ha inviato un messaggio : mi resta ancora tempo durante il giorno. Quell'ufficiale lo ridicolizzò, dicendo: Durante tutto l'anno la pioggia non è caduta, e ora pioverà? Entrò nello stabilimento balneare in uno stato di gioia, anticipando la grande somma di denaro che stava per ricevere. Mentre il maestro entrava nella vasca da bagno nella sua gioia, Nakdimon entrò nel Tempio in uno stato di tristezza. Si avvolse nel suo scialle di preghiera e si fermò in preghiera. Ha detto davanti a Dio:Maestro dell'Universo, ti viene rivelato e noto che non ho agito per il mio onore, né ho agito per l'onore della casa di mio padre. Piuttosto, ho agito per il tuo onore, in modo che ci fosse acqua per i pellegrini del festa. Immediatamente il cielo fu coperto e la pioggia cadde fino a quando le dodici cisterne furono riempite d'acqua, e vi fu ancora più acqua, così che traboccarono. Quando il maestro lasciò lo stabilimento balneare, Nakdimon ben Guryon lasciò il tempio. Quando si incontrarono, Nakdimon gli disse: Dammi i soldi che mi devi per l'acqua extra che hai ricevuto. L'ufficiale gli disse: So che il Santo, Benedetto sia Lui, ha scosso il suo mondo e fatto cadere la pioggia solo per te. Tuttavia, continuo a presentare un reclamo contro di te, in base al quale posso legalmente prendere le mie monete da te, poiché non mi hai pagato alla data concordata, poiché il sole era già tramontato e quindi la pioggia è caduta sulla mia proprietà. Nakdimon tornò indietro ed entrò nel Tempio, si avvolse nel suo scialle di preghiera e si fermò in preghiera. Disse davanti a Dio: Maestro dell'Universo, fa sapere che hai amato i tuoi nel mondo. Immediatamente, le nuvole si dispersero e il sole splendeva. A quel tempo, il maestro gli disse: Se il sole non avesse penetrato le nuvole, avrei avuto un reclamo contro di voi, dal quale ho potuto e ho preso le mie monete da voi. Insegnò un saggio : Nakdimon non era il suo vero nome; piuttosto si chiamava Buni. E perché si chiamava Nakdimon? Perché il sole ha attraversato [ nikdera ] per lui. I saggi hanno insegnato: Per quanto riguarda tre persone, il sole è penetrato e ha brillato in un momento irregolare per il loro bene: Mosè, Giosuè e Nakdimon ben Guryon. La Gemara chiede: Concesso, il caso di Nakdimon ben Guryon è noto al già citato tradizione. Anche il caso di Giosuè deriva da un versetto, come è scritto: "E il sole si fermò e la luna rimase finché il popolo non si vendicò dei suoi nemici" (Giosuè 10:13).

Taanit 19b : 15 - 20a : 5


I vangeli hanno ambientato lo stesso evento in concomitanza all'ultima cena, tuttavia negli scritti ebraici anche Nicodemo, l'uomo che si occupo' dell'acqua, si trovo' seduto a tavola insieme a loro:

https://originidelcristianesimoprimitivo.blogspot.com/2021/01/lultima-cena-secondo-gli-ebrei.html?m=1

È evidente che contrariamente a quello che raccontano i Vangeli, il Gran Maestro non si chiamava Gesù ma Giovanni e che il discepolo da lui amato (così come confermato in Giovanni 11 : 36), il suo prediletto, era Lazzaro ( Elizer ben Ircanus), che nella cena  appare come suo ospite d'onore. 



venerdì 22 gennaio 2021

L'ULTIMA CENA SECONDO GLI EBREI

 



(R. Yochannan) :Di chi sei figlio? Egli rispose: Sono il figlio di Ircano. Poi disse (R. Jochanan): Non sei tu il figlio di uno dei grandi uomini del mondo, e non me l'hai detto? Per la tua vita! Continuò: Oggi mangerai con me. (Eliezer) ha risposto: ho già mangiato con il miei ospiti. (R. Jochanan) ha chiesto: Chi sono i tuoi ospiti? Rispose: R. Joshua ben Anania e R. Giuseppe il sacerdote…

I figli d’Ircano dissero al padre: Vattene a Gerusalemme perchè tuo figlio Eliezer non dovrebbe godere dei tuoi beni. Salì a Gerusalemme per diseredarlo e accadde che una festa era celebrata lì da R. Jochanan ben Ẓakkai. Tutti i magnati del distretto stavano cenando con lui; (come) Ben Zizith Hakkeseth, Nicodemo ben Gorion e Ben Kalba S'bu'a. 

La gente diceva (a R. Jochanan): Ecco, è arrivato il padre di R. Eliezer. Li invitò dicendo: Preparategli un posto e mettetelo a sedere accanto a noi. (R. Jochanan)

https://www.sefaria.org/Pirkei_DeRabbi_Eliezer.1?lang=bi

Nel Talmud Gittin 56 a e b, il corpo apparentemente morto del gran maestro Yochanan ben Zakkai viene portato fuori da Gerusalemme da Abba Sikra (Simone di Ghiora), Gesù figlio di Anania e da Lazzaro (Eliezer) figlio d’Ircano.

Esiste una variante nei testi ebraici, dove nell’evento sopra descritto, Gesù figlio di Anania viene sostituito da Giuseppe il sacerdote. 


domenica 10 gennaio 2021

IL PRIMO MAESTRO DI GESÙ

 Dal Vangelo dell’infanzia di Tommaso emerge un dato importantissimo utile per identificare chi fosse il primo maestro di Gesù. Sebbene siamo stati abituato a leggere in molti vangeli Giovanni (il battista), in questo Vangelo notiamo una variante molto interessante del primo maestro di Gesù. Nel vangelo si parla del vecchio Zaccheo (Zakkai):

[6, 1] Gesù e il primo maestro. Un precettore di nome Zaccheo, trovandosi da quelle parti, udì Gesù che diceva queste parole a suo padre e si meravigliò grandemente che un ragazzo parlasse in tal modo. E, pochi giorni dopo, si avvicinò a Giuseppe e gli disse: "Tu hai un ragazzo saggio, dotato di intelligenza. Su, affidalo a me, affinché impari le lettere. Con le lettere, gli insegnerò ogni conoscenza, anche a salutare i vecchi e a riverirli come gli antenati e i padri, e ad amare i suoi coetanei".

[2] E gli disse con grande cura e chiarezza tutte le lettere, dall'Alfa fino all'Omega. Ma, fissando lo sguardo sul precettore Zaccheo, gli disse: "Tu che non sai la natura dell'Alfa, come puoi insegnare agli altri la Beta? Ipocrita! Se la sai, insegna prima l'Alfa, poi ti crederemo quanto alla Beta". Incominciò poi a interrogare il maestro sulla prima lettera, ma non gli seppe rispondere.

[3] Alla presenza di molti, il ragazzo disse allora a Zaccheo: "Ascolta, maestro, la disposizione della prima lettera, bada come abbia linee e tratti mediani, vedi le comuni, le trasversali, le congiunte, le ascendenti, le divergenti... Le linee dell'Alfa sono di tre segni: omogenei, equilibrati, proporzionati".

[7, 1] Quando il maestro udì il ragazzo esporre tante e tali allegorie sulla prima lettera, restò sconcertato davanti alla profondità della risposta e dell'insegnamento di lui, e disse ai presenti: "Povero me! Io sfortunato, non so più che fare. Io stesso mi sono procurato la vergogna, attirando a me questo ragazzo.

[2] Ripigliatelo, dunque, te ne prego, fratello Giuseppe. Non posso sopportare l'austerità del suo sguardo, non so proprio spiegarmi il suo parlare. Questo ragazzo non è nato terrestre: può domare persino il fuoco! Forse è nato prima della creazione del mondo. Quale ventre l'ha portato e quale seno l'ha nutrito? Io non lo so. Povero me, amico mio. Mi fa andare fuori senno. Non posso più tenere dietro alla sua intelligenza. Mi sono ingannato: Me tre volte infelice! Cercavo di avere un discepolo e ho scoperto che avevo un maestro!

[3] Penso alla mia vergogna, amici miei, poiché vecchio come sono, fui superato da un ragazzo. Non mi resta proprio altro che disperarmi e morire, a causa di questo ragazzo, perché in questo momento non posso guardarlo in faccia. E quando tutti diranno che sono stato superato da un ragazzino, che cosa potrò replicare? E che cosa potrò dire in merito a quanto mi ha detto sulle linee della prima lettera? Non so, amici, perché, di lui, non comprendo n‚ l'inizio n‚ la fine.

[4] Ti supplico, dunque, fratello Giuseppe, di ricondurlo a casa tua. Costui, infatti, è qualcosa di Grande: o un dio o un angelo o non so cosa dire".

[8, 1] Siccome alcuni Ebrei davano consigli a Zaccheo, il ragazzo rise grandemente, e disse: "Ora portino frutto le cose tue e vedano i ciechi di cuore. Io sono venuto dall'alto per maledirli, e a chiamarli alle cose dell'alto, come mi ha ordinato colui che mi ha mandato a voi".

[2] Quando il ragazzo cessò di parlare, tutti coloro che erano caduti sotto la sua maledizione furono subito risanati. Da allora, più nessuno osava provocarlo, per non essere da lui maledetto e rimanere cieco.

http://www.intratext.com/IXT/ITA0183/_P1.HTM

Zaccheo appare nei Vangeli Canonici e appare anche in molti passi delle omelie  pseudo clementine, dove nell’opera viene nominato come primo Vescovo della più grande e più importante chiesa della cristianità dell’epoca situata a Cesare. Nell’opera è lo stesso Pietro che gli affida questo ruolo di primissimo piano, perché a suo dire l’aveva scelto primo di lui il Cristo. 

In ogni modo questo è una delle opere che tende a sostituire Gesù, al vero maestro dell’ebraismo,  definito l’ultimo saggio del Tempio e cioè il vecchio  Yochannan ben Zakkai, chiamato dai Cristiani Giovanni (il battista) o semplicemente Zaccheo (Zakkai).