sabato 30 novembre 2019

L'EGIZIANO versione 2.0

Come un pioniere, più di 13 anni fa scrissi tanto sul falso profeta Egiziano:

http://renato-s.blogspot.com/2006/04/chi-era-ges.html?m=1

Tuttavia soltanto oggi mi sono accorto chi si voleva nascondere dietro a quel soprannome.
La soluzione è più semplice di quanto si possa pensare, chissà quante di quelle volte ci sono passati sotto al naso quei passi di Guerre Giudaiche, eppure non ci siamo accorti che per Giuseppe Flavio, quell'uomo che aveva creato dei danni PEGGIORI RISPETTO AI SICARI era soltanto uno, vediamo chi:

Libro II:258 - 13, 4. Oltre a questi, si formò un'altra banda di delinquenti: le loro mani erano meno lorde di sangue ma le loro intenzioni non erano meno empie, sì che il danno da essi inferto al benessere della città NON RESTÒ INFERIORE A QUELLO ARRECATO DAI SICARI.

Libro II:259 Individui falsi e bugiardi, fingendo di essere ispirati da Dio e macchinando disordini e rivoluzioni,
spingevano il popolo al fanatismo religioso e lo conducevano nel deserto promettendo che ivi Dio avrebbe mostrato loro segni premonitori della liberazione.

Libro II:260 Contro costoro Felice, considerandoli come istigatori alla ribellione, mandò truppe a cavallo e a
piedi e ne fece gran strage.

Libro II:261 - 13, 5. Ma guai ancor maggiori attirò sui giudei il falso profeta egiziano. Arrivò infatti nel paese un ciarlatano che, guadagnatasi la fama di profeta, raccolse una turba di circa trentamila individui che s'erano lasciati abbindolare da lui,
Libro II:262 li guidò dal deserto al monte detto degli ulivi e di lì si preparava a piombare in forze su Gerusalemme, a battere la guarnigione romana e a farsi signore del popolo con l'aiuto dei suoi seguaci in armi.
Libro II:263 Felice prevenne il suo attacco affrontandolo con i soldati romani, e tutto il popolo collaborò alla difesa sì che, avvenuto lo scontro, l'egizio riuscì a scampare con alcuni pochi, la maggior parte dei suoi seguaci furono catturati o uccisi mentre tutti gli altri si dispersero rintanandosi ognuno nel suo paese.

IN UN ALTRO PASSO DI GUERRE GIUDAICHE SI SONO DIMENTICATI DI CENSURARE IL NOME DI QUEL FALSO PROFETA EGIZIANO, CHE COMMISE DANNI SUPERIORI AI SICARI:

Libro VII:262 Furono dunque I SICARI quelli che per primi calpestarono la legge e incrudelirono contro i connazionali, senza astenersi da alcun insulto per offendere le loro vittime, o da alcun atto per rovinarle.

Libro VII:263 Eppure GIOVANNI fece sì che anche costoro sembrassero più moderati di lui; egli infatti non soltanto eliminò chiunque dava giusti e utili consigli, trattando costoro come i suoi più accaniti nemici fra tutti i cittadini, ma riempì la patria di un'infinità di pubblici mali, quali inevitabilmente doveva infliggere agli uomini chi già aveva osato di commettere empietà verso il Dio.
Libro VII:264 La sua mensa era infatti imbandita con cibi proibiti ed egli aveva abbandonato le tradizionali regole di purità, sì che non poteva più far stupore se uno che era così follemente empio verso il Dio non osservava più la bontà e la fratellanza verso gli uomini.

Oltre a ciò ricordo anche che Paolo risulta arrestato in Atti e  confuso con L'Egiziano.  Inoltre Atti aggiunge prima del suo processo:

5Abbiamo scoperto infatti che quest'uomo è una peste, fomenta disordini fra tutti i Giudei che sono nel mondo ed è UN CAPO della setta dei nazorei.

In poche parole viene confuso in primis con L'Egiziano, arrestato e presentato comunque come uno dei capi della setta dei Nazorei.

Tuttavia sappiamo dalle Pseudo Clementine e da altre fonti che il Capo dei Capi della setta dei Nazorei era Yokhannan ben Zakkai, chiamato semplicemente Zaccheo dai Cristiani.
Infatti stando a queste fonti fu proprio questo Giovanni che convertì e fece battezzare Paolo.

https://originidelcristianesimoprimitivo.blogspot.com/2019/11/per-capire-quali-fossero-le-origini-di.html?m=1

Oltre a ciò, stando al Talmud Giovanni viene fatto passare per un profeta aiutato da Dio: profetizzò ( come a Gesù) la caduta del Tempio e che Vespasiano sarebbe diventato il nuovo "re" dell'impero romano.

Probabilmente proprio il fatto che costui fosse percepito come un profeta, ha spinto i copisti Cristiani a censurare il suo vero nome.


lunedì 25 novembre 2019

APOCALISSE SIRIACA DI BARUC COME FONTE Q

In questa sezione dimostrerò che sia gli ebrei con il loro Yokhannan ben Zakkai e sia i cristiani con il loro Gesù, hanno attinto dati da una fonte comune esistente già prima della caduta del secondo Tempio e cioè dall'Apocalisse Siriaca di Baruc.
Comparando questa ad alcuni contenuti degli Atti degli Apostoli e al Talmud, capiremo in principio chi era percepito come il Cristo, chi era Simon Pietro e chi era Aquila.

TRATTO DALL'APOCALISSE SIRIACA DI BARUC

IV

[1] E mi disse il Signore: "Questa città per un (certo) tempo sarà consegnata e il popolo per un (certo) tempo sarà castigato, ma il mondo non sarà dimenticato.
[2] o forse credi che sia questa la città di cui ho detto: Ti ho tracciata sul palmo delle mie mani?
 [3] Non (è) questo edificio, edificato ora tra di voi, quello che sarà rivelato presso di me, quello che è pronto qui,(fin) da prima, da quando ho pensato di fare il paradiso; e lo avevo mostrato ad Adamo, prima
che peccasse, e, quando trasgredì il comandamento, ne fu privato, come anche (del) paradiso.
[4] E, dopo ciò, lo ho mostrato al mio servo Abramo, di notte, tra le parti delle vittime, [5] e, ancora, lo ho mostrato anche a Mosè sul monte Sinai, quando gli ho mostrato il modello della tenda e (di) tutti i suoi vasi.
[6] E ora ecco, esso è custodito presso di me, come anche il paradiso.
[7] Va', dunque, e fa' come ti comando".

V

[1] E risposi e dissi: "Diverrò dunque in Sion reo del fatto che i tuoi nemici verranno in questo
luogo e contamineranno il tuo santuario e faranno prigioniera la tua eredità e domineranno su coloro che hai amato e andranno di nuovo nel luogo dei loro idoli e si vanteranno davanti a
loro? E cosa farai per il tuo grande nome?". [2] E mi disse il Signore: "Il mio nome e la mia
gloria hanno (per sempre) il mondo eterno; il mio giudizio invece custodisce per il suo tempo quel che (gli) è dovuto,
[3] e tu vedrai con i tuoi occhi che non gli avversari distruggeranno Sion né
(essi) incendieranno Gerusalemme, ma (che) serviranno il Giudice, per un (certo) tempo.
[4]Tu va' e fa' tutto quel che ti ho detto".
[5] E andai e condussi Geremia e Iddo e Seraia e Yabes e Godolia e tutti i dignitari del popolo, e li feci venire alla valle del Cedron e narrai loro tutto
quel che mi era stato detto.
[6] E levarono la loro voce e piansero tutti, [7] e sedemmo lì e digiunammo fino a sera.

VI

[1] E fu l'indomani e, ecco, l'esercito dei Caldei circondò la città e a sera io, Baruc, abbandonai il popolo e uscii e stetti presso la quercia.
 [2] Ed ero addolorato per Sion e gemevo per la cattività che era venuta sul popolo [3] e, ecco, improvvisamente uno spirito di potenza mi innalzò e mi fece salire su, sopra il muro di Gerusalemme,
[4] e vidi. Ecco, quattro angeli
stavano ai quattro angoli della città, tenendo ciascuno nelle sue mani una fiaccola di fuoco.
[5]E un altro angelo scendeva dal cielo e disse loro: "Tenete le vostre fiaccole e non appiccate fuoco finché non ve (lo) dico.
[6] Sono stato mandato infatti per dire, prima, una parola alla
terra e trasmetterle quel che mi ha comandato il Signore Altissimo".
[7] E lo vidi scendere verso il santo dei santi e prese di lì il velo e l'efod santo e il propiziatorio e le due tavole e la
veste santa dei sacerdoti e il turibolo e le quarantotto pietre preziose che il sacerdote vestiva e tutti i santi vasi della tenda. [8] E disse alla terra a voce alta: "Terra, terra, terra: ascolta le parole del Dio potente e ricevi le cose che ti affido e custodiscile fino agli ultimi tempi, per
renderle, quando (ne) sarai comandata, affinché gli stranieri non se ne impadroniscano.
[9] E' giunto infatti il tempo in cui anche Gerusalemme sarà consegnata, per un (certo) tempo, finché non si dica: Torna di nuovo. Sii stabile per sempre".
[10] E la terra aprì la sua bocca e le
inghiottì.

VII

[1] E dopo ciò ho udito l'angelo dire agli angeli che tenevano le fiaccole: "Distruggete dunque e abbattete le sue mura fino alle fondamenta, perché gli avversari non si vantino e dicano: Noi abbiamo abbattuto il muro di Sion e abbiamo incendiato il luogo del Dio potente!
[2] Ma prenderete voi il luogo in cui prima stavo".

VIII

[1] Gli angeli fecero come comandò loro e, quando ebbero abbattuto gli angoli del muro, dopo che il muro era caduto, si udì una voce dall'interno del tempio, che diceva:
[2] "Entrate, avversari, e venite, nemici! Se ne è andato infatti colui che custodiva la casa".
[3] Ed io, Baruc (me ne) andai.
[4] E accadde dopo questo: l'esercito dei Caldei entrò e presero la casa e tutti i
suoi dintorni
[5] e fecero prigioniero il popolo e ne uccisero alcuni e incatenarono il re Sedecia
e lo mandarono dal re di Babilonia.

IX

[1] E venimmo, io, Baruc, e Geremia, il cui cuore era stato trovato puro da peccati (e) che non era stato catturato durante l'occupazione della città, e stracciammo le nostre vesti e piangemmo e facemmo lutto e digiunammo per sette giorni.

CONCLUSIONE E INVIO DI BARUC DEL SUO MESSAGGIO AI PAGANI TRAMITE AQUILA

LXXXV
[1] Ancora poi sappiate che nei tempi precedenti e nelle generazioni di prima i nostri padri avevano (come) aiuti giusti e profeti e santi.
[2] Ma (anche) noi fummo nella nostra terra, ed essi ci aiutavano, quando peccavamo, e invocavano per noi colui che ci ha fatto, perché confidavano nelle proprie opere, e il Potente li udiva e ci era propizio.
 [3] Ora però i giusti sono
stati radunati e i profeti si sono addormentati e anche noi siamo usciti dalla nostra terra e Sion
ci è stata tolta e non abbiamo alcunché ora, se non il Potente e la sua legge.
[4] Se dunque correggeremo e rinsalderemo i nostri cuori, riceveremo tutto quel che abbiamo perduto e (cose) che sono molto più eccellenti di quelle che abbiamo perduto, di molte volte.
[5] Quel che abbiamo perduto infatti era soggetto a corruzione e quel che riceveremo è incorruttibile.
[6] Anche ai nostri fratelli ho scritto così, a Babilonia, per testimoniare anche a
loro queste (cose).
[7] Tutte le (cose) dette in precedenza siano sempre davanti ai vostri occhi, perché siamo ancora in vita e (nel) dominio della nostra libertà
[8] e, ancora, anche l'Altissimo qui è longanime con noi e ci ha fatto conoscere quel che sarà né ha nascosto quel
che capiterà alla fine.
[9] Prima dunque che il suo giudizio rivendichi quel che (è) suo e la
verità quel che le spetta, prepariamo la nostra anima a prendere, e non ad essere presi, e a sperare, e non a vergognarsi, e a riposare con i nostri padri, e non ad essere tormentati con i nostri nemici.
[10] La giovinezza del mondo infatti è passata e la veemenza della creazione è di
già consumata e poco manca all'avvento dei tempi ed (anzi) essi sono passati e il secchio è vicino alla cisterna e la nave al porto e il corso della via alla città e la vita al compimento.
[11] Ancora: preparate le vostre anime affinché, dopo aver solcato (il mare) ed essere scesi dalla nave, riposiate e, quando (ve ne) sarete andati, non siate condannati.[12] Ecco, infatti: l'Altissimo farà venire tutte queste (cose). Lì non vi sarà più luogo per la penitenza né confine
per i tempi né spazio per i momenti né cambiamento per (aver) sollievo né luogo per l'invocazione né invio di domande né assunzione di scienza né dono d'amore né luogo per la resipiscenza né suppliche per le colpe né invocazioni di padri né preghiera di profeti né aiuto di giusti.
[13] Lì v'è sentenza di corruzione, via di fuoco e sentiero che conduce alla gehenna.[14] Per questo una è la legge (data) dall'Unico; uno (è) il mondo e per quel che v'è in esso, per tutto, fine.
[15] Allora (egli) farà vivere quelli che troverà e sarà loro propizio e, insieme, farà
perire coloro che saranno macchiati di peccati.

LXXXVI

[1] Quando dunque riceverete la lettera, leggetela nelle vostre assemblee con sollecitudine
[2] e meditatela, soprattutto nei giorni dei vostri digiuni.
[3] E rammentatevi di me, tramite
questa lettera, come anch'io mi rammento di voi, in essa e sempre.

LXXXVII

[1] E accadde: quando ebbi compiuto tutte le parole di questa lettera e l'ebbi scritta con sollecitudine fino al suo compimento, l'arrotolai e sigillai con cura e la legai al collo dell'aquila e lasciai (questa) e la mandai.
Fine del libro di Baruc, figlio di Neria.
Il testo integrale lo troverete in questo sito:

http://www.giovannigiorgi.it/vangelo-apocrifi.php

ATTI CAP. 10

Pietro e il centurione romano Cornelio
1Vi era a Cesarèa un uomo di nome Cornelio, centurione della coorte detta Italica. 2Era religioso e timorato di Dio con tutta la sua famiglia; faceva molte elemosine al popolo e pregava sempre Dio. 3Un giorno, verso le tre del pomeriggio, vide chiaramente in visione un angelo di Dio venirgli incontro e chiamarlo: «Cornelio!». 4Egli lo guardò e preso da timore disse: «Che c'è, Signore?». Gli rispose: «Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite dinanzi a Dio ed egli si è ricordato di te. 5Ora manda degli uomini a Giaffa e fa' venire un certo Simone, detto Pietro. 6Egli è ospite presso un tale Simone, conciatore di pelli, che abita vicino al mare». 7Quando l'angelo che gli parlava se ne fu andato, Cornelio chiamò due dei suoi servitori e un soldato, uomo religioso, che era ai suoi ordini; 8spiegò loro ogni cosa e li mandò a Giaffa.
9Il giorno dopo, mentre quelli erano in cammino e si avvicinavano alla città, Pietro, verso mezzogiorno, salì sulla terrazza a pregare. 10Gli venne fame e voleva prendere cibo. Mentre glielo preparavano, fu rapito in estasi: 11vide il cielo aperto e un oggetto che scendeva, simile a una grande tovaglia,, calata a terra per i quattro capi. 12In essa c'era ogni sorta di quadrupedi, rettili della terra e uccelli del cielo. 13Allora risuonò una voce che gli diceva: «Coraggio, Pietro, uccidi e mangia!». 14Ma Pietro rispose: «Non sia mai, Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di profano o di impuro». 15E la voce di nuovo a lui: «Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano». 16Questo accadde per tre volte; poi d'un tratto quell'oggetto fu risollevato nel cielo. 17Mentre Pietro si domandava perplesso, tra sé e sé, che cosa significasse ciò che aveva visto, ecco gli uomini inviati da Cornelio: dopo aver domandato della casa di Simone, si presentarono all'ingresso, 18chiamarono e chiesero se Simone, detto Pietro, fosse ospite lì. 19Pietro stava ancora ripensando alla visione, quando lo Spirito gli disse: «Ecco, tre uomini ti cercano; 20àlzati, scendi e va' con loro senza esitare, perché sono io che li ho mandati». 21Pietro scese incontro a quegli uomini e disse: «Eccomi, sono io quello che cercate. Qual è il motivo per cui siete venuti?». 22Risposero: «Il centurione Cornelio, uomo giusto e timorato di Dio, stimato da tutta la nazione dei Giudei, ha ricevuto da un angelo santo l'ordine di farti venire in casa sua per ascoltare ciò che hai da dirgli». 23Pietro allora li fece entrare e li ospitò.
Il giorno seguente partì con loro e alcuni fratelli di Giaffa lo accompagnarono. 24Il giorno dopo arrivò a Cesarèa. Cornelio stava ad aspettarli con i parenti e gli amici intimi che aveva invitato. 25Mentre Pietro stava per entrare, Cornelio gli andò incontro e si gettò ai suoi piedi per rendergli omaggio. 26Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Àlzati: anche io sono un uomo!». 27Poi, continuando a conversare con lui, entrò, trovò riunite molte persone 28e disse loro: «Voi sapete che a un Giudeo non è lecito aver contatti o recarsi da stranieri; ma Dio mi ha mostrato che non si deve chiamare profano o impuro nessun uomo. 29Per questo, quando mi avete mandato a chiamare, sono venuto senza esitare. Vi chiedo dunque per quale ragione mi avete mandato a chiamare». 30Cornelio allora rispose: «Quattro giorni or sono, verso quest'ora, stavo facendo la preghiera delle tre del pomeriggio nella mia casa, quando mi si presentò un uomo in splendida veste 31e mi disse: «Cornelio, la tua preghiera è stata esaudita e Dio si è ricordato delle tue elemosine. 32Manda dunque qualcuno a Giaffa e fa' venire Simone, detto Pietro; egli è ospite nella casa di Simone, il conciatore di pelli, vicino al mare». 33Subito ho mandato a chiamarti e tu hai fatto una cosa buona a venire. Ora dunque tutti noi siamo qui riuniti, al cospetto di Dio, per ascoltare tutto ciò che dal Signore ti è stato ordinato».

ATTI CAP. 11

Pietro difende la propria condotta
1Gli apostoli e i fratelli che stavano in Giudea vennero a sapere che anche i pagani avevano accolto la parola di Dio. 2E, quando Pietro salì a Gerusalemme, i fedeli circoncisi lo rimproveravano 3dicendo: «Sei entrato in casa di uomini non circoncisi e hai mangiato insieme con loro!».
4Allora Pietro cominciò a raccontare loro, con ordine, dicendo: 5«Mi trovavo in preghiera nella città di Giaffa e in estasi ebbi una visione: un oggetto che scendeva dal cielo, simile a una grande tovaglia, calata per i quattro capi, e che giunse fino a me. 6Fissandola con attenzione, osservai e vidi in essa quadrupedi della terra, fiere, rettili e uccelli del cielo. 7Sentii anche una voce che mi diceva: «Coraggio, Pietro, uccidi e mangia!». 8Io dissi: «Non sia mai, Signore, perché nulla di profano o di impuro è mai entrato nella mia bocca». 9Nuovamente la voce dal cielo riprese: «Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano». 10Questo accadde per tre volte e poi tutto fu tirato su di nuovo nel cielo. 11Ed ecco, in quell'istante, tre uomini si presentarono alla casa dove eravamo, mandati da Cesarèa a cercarmi. 12Lo Spirito mi disse di andare con loro senza esitare. Vennero con me anche questi sei fratelli ed entrammo in casa di quell'uomo. 13Egli ci raccontò come avesse visto l'angelo presentarsi in casa sua e dirgli: «Manda qualcuno a Giaffa e fa' venire Simone, detto Pietro; 14egli ti dirà cose per le quali sarai salvato tu con tutta la tua famiglia». 15Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo discese su di loro, come in principio era disceso su di noi. 16Mi ricordai allora di quella parola del Signore che diceva: «Giovanni battezzò con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo». 17Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato a noi, per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio?».
18All'udire questo si calmarono e cominciarono a glorificare Dio dicendo: «Dunque anche ai pagani Dio ha concesso che si convertano perché abbiano la vita!».

COMPARAZIONE

E' evidente che chi ha scritto gli Atti degli apostoli ha utilizzato l'estasi di Baruc e l’ha adattata su Simon Pietro, infatti entrambi hanno visto la stessa cosa.
Nello stesso tempo lo scrittore degli Atti con questo accostamento ha voluto un mandare un messaggio occulto ai pagani ignoranti, ma abbastanza chiaro per I saggi ebrei: quell'estasi era stata associata ad un protagonista del passato che ha assistito alla distruzione del primo Tempio e si voleva far capire ,in maniera occulta, che anche Simon Pietro avevo vissuto, come un protagonista, e aveva visto in in prima persona la distruzione di Gerusalemme e del suo Tempio.
Se questo era il messaggio subliminale dell'autore degli Atti, chi altro poteva essere storicamente quel Simon Pietro se non quel Simone bar ghiora, descritto in Guerre Giudaiche da Giuseppe Flavio?
Infatti come se fossero guidati dagli stessi consigli dati da Dio a Baruc, Simone bar ghiora e I suoi seguaci compirono gli stessi atti descritti nell'Apocalisse siriaca di Baruc:

GUERRE GIUDAICHE

Libro VI:364 Costoro non provavano alcun rimorso per le loro malefatte, anzi ne andavano fieri come di belle imprese; così, quando videro la città in fiamme, con lieto volto dichiararono di esser contenti di aspettare la fine perché, sterminato il popolo, bruciato il tempio e incendiata la città, non lasciavano niente ai nemici.

Cosa dire poi di quel Angelo possente, che ricevuto l'ordine dal Signore fece bruciare da altri angeli il Tempio?
Gli ebrei credevano che il Messia avrebbe distrutto il Tempio e al suo posto ne avrebbe costruito un altro!
La caduta del secondo Tempio cadde storicamente proprio a causa dello zio di Simone di giora e cioè Giovanni di Giscala ( Yokhannan ben Zakkai) e infatti, lui, proprio come l'angelo possente dell'Apocalisse di Baruc ricevette l'ordine da Dio di bruciare il Tempio, così come I rabbini nei loro testi sacri attestano:

Quanta differenza tra i peccatori ebrei e i profeti dei popoli del mondo! E la Beraita dice: disse Rabbi Elazàr: "Vedi quant'è grande la forza della vergogna! Perché [a causa di quell'umiliazione] il Santo, benedetto Egli sia, ha aiutato Bar Kamtza [Giovanni], ha distrutto la Sua casa ed ha bruciato il Suo palazzo!"

Negli Atti degli apostoli la visione correlata alla distuzione del Tempio di Gerusalemme, viene correlata anche al fatto che grazie al Cristo tutto I cibi fossero puri.

Secondo il Nuovo Testamento infatti emerge che il Cristo NON RISPETTAVA LE NORMALI NORME DI PURITÀ È PROCLAMÒ TUTTI I CIBI PURI:

14Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! 15Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro». 16
17Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. 18E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può renderlo impuro, 19perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. 20

In Guerre Giudaiche lo storico Falvio Giuseppe conferma il contenuto del passo evangelico, ma lo attribuisce sempre a Giovanni:

Libro VII:264 La sua mensa era infatti imbandita con cibi proibiti ed egli aveva abbandonato le tradizionali regole di purità, sì che non poteva più far stupore se uno che era così follemente empio verso il Dio non osservava più la bontà e la fratellanza verso gli uomini.

Cosa dire poi di Cornelio AQUILA Pudente chiamato anche Onkelos dagli ebrei?


Da quello che emerge dall'Apocalisse di Baruc sembrerebbe che Aquila sia proprio un soprannome dato a quest'uomo, visto che per i Cristiani è stato configurato come il primo pagano a ricevere le nozioni di quell'ebraismo riformato, ed è esattamente come l'aquila di Baruc, che portò il suo messaggio ai (romani) pagani.

L'autore degli Atti  sostanzialmente ha associato Simone a Baruc e Cornelio AQUILA Pudente all'Aquila portatrice dei messaggi di Baruc.

Sempre negli Atti, come nel caso di Anania che guarì e battezzò Saulo, anche per Cornelio si dice che sia stato “mandato” dal Signore, ma a Cesarea c'era un solo Signore, maestro di Anania e di Cornelio e il suo nome era Zaccheo/Zakkai.

Praticamente Zakkai da maestro di questi due discepoli, soltanto lui poteva ordinare a costoro di compiere queste missioni.

In queste parti degli Atti degli postoli il nome di Zaccheo/Zakkai, viene sostituito sistematicamente con il “Signore" o “Dio" e queste manipolazioni, tuttavia ci suggeriscono chi fosse nella realtà quella persona ad essere percepita come il Cristo ( ved. Talmud e le Pseudo Clementine).

lunedì 18 novembre 2019

GIOVANNI IL BATTISTA ( RICERCA STORICA)

In molti testi sacri si evince che Simon Mago ( alias Paolo) fu un  discepolo di Giovanni il Battista.
Teoricamente  quindi Simon Mago fu battezzato e convertito da Giovanni.
Tuttavia la sua conversione  avvenne effettivamente per mano di  Giovanni detto Zaccheo ( Yokhannan ben Zakkai) e questo possiamo trovarlo scritto in molti testi sacri di varie confessioni:

https://originidelcristianesimoprimitivo.blogspot.com/2019/11/per-capire-quali-fossero-le-origini-di.html?m=1

La prova che Yokhannan ben Zakkai convertisse, come nell'ebraismo ortodosso, attraverso il battesimo, proviene dalle Pseudo Clementine dove leggiamo:

Capitolo LXVII. — Invito al battesimo.

Dopo aver dato loro questi e simili precetti, [Pietro fece]  un annuncio al popolo,
 dicendo: “Dato che ho deciso di stare tre mesi con voi, se qualcuno lo desidera, può essere battezzato;  che, spogliato dei suoi ex mali, potrebbe per il futuro, in conseguenza della sua condotta,diventare erede delle benedizioni celesti, come ricompensa per le sue buone azioni.  Chiunque lo vorrà, allora vada da Zaccheo e gli dia il propio nome e  ascolti da lui i misteri del regno del Paradiso.  Lascialo assistere a digiuni frequenti e approvare se stesso in tutte le cose, che alla fine di
 in questi tre mesi potrebbe essere battezzato il giorno della festa.  Ma ognuno di voi lo sarà battezzato in acque sempre fluenti, invocando su di lui il nome della Beatitudine della Trinità;  lui sta
prima unto con olio santificato dalla preghiera, che così a lungo, essendo consacrato da queste cose, lui
 può raggiungere una percezione delle cose sante. ”713

Sostanzialmente questo battesimo quindi  serviva per il perdono dei peccati: non serviva più dunque sacrificare gli animali nel Tempio, ma bastava soltanto questo battesimo, associato ad una buona condotta di vita, per avere il perdono dei peccati.

Nel Vangelo di Luca al Cap.3 leggiamo che il Battesimo di Giovanni detto il battista, aveva le stesse premesse del battesimo di Giovanni il pubblicano detto Zaccheo:

7Alle folle che andavano a farsi battezzare da lui, Giovanni diceva: «Razza di vipere, chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente? 8Fate dunque frutti degni della conversione e non cominciate a dire fra voi: «Abbiamo Abramo per padre!». Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. 9Anzi, già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco».
10Le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». 11Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto». 12Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». 13Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». 14Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
15Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo…

In sostanza anche il battesimo di Giovanni il battista, associato ad una buona.condotta di vita, promette il perdono dei peccati.

Questa condizioni vengo ribadite nel Talmud ebraico, dove viene attribuito il merito di questa rivoluzione religiosa, a Yokhannan ben Zakkai:

"Una volta, quando Rabban Yochanan ben Zakkai stava camminando a Gerusalemme con Rabbi Yehoshua, arrivarono dove il Tempio di Gerusalemme ora era in rovina. "Guai a noi", esclamò Rabbi Yehoshua, "perché questa casa dove è stata fatta l'espiazione per i peccati di Israele ora giace in rovina!" Rispose Rabban Yochanan, "Abbiamo un'altra, altrettanto importante fonte di espiazione, praticando opere  di amore, misericordia e di gentilezza, come si afferma" Desidero amore e non sacrificio ".

Zakkai fa riferimento a:

Osea cap.6

il mio giudizio sorge come la luce:6poiché voglio l'amore non il sacrificio,
la conoscenza di Dio più degli olocausti.

Anche nei Vangeli Gesù si rifà ad Osea:

MATTEO CAP. 9

11Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 12Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. 13Andate a imparare che cosa vuol dire:miserincordia  io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

MATTEO CAP. 12

6Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. 7Se aveste compreso che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrifici, non avreste condannato persone senza colpa.
In Guerre Giudaiche nel libro II:287 a Cesarea appare il nostro Giovanni il pubblicano, intento a interrompere la guerra assieme sua moglie ( secondo le fonti cristiane) Berenice, "la prostituta" sorella del re Agrippa II.

CONCLUSIONI

A termine di questa specifica ricerca, personalmente ritengo che siano vere le parole di Erode in Matteo cap.14:
1In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. 2Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista…
Con queste parole anch'io ritengo che Giovanni il Battista e Gesù, fossero nella realtà la stessa persona.
Veniva chiamato dagli ebrei Yokhannan ben Zakkai e in vita oltre a compire, come abbiamo visto, le cose fatte nei Vangeli da Giovanni il battista, compì anche tutte le cose attribuite a Gesù, come dimostrato nel link di seguito:

https://originidelcristianesimoprimitivo.blogspot.com/2019/04/dal-vangelo-secondo-la-storia.html?m=1

martedì 12 novembre 2019

LE ORIGINI DI PAOLO DI TARSO

Per capire quali fossero le origini di Paolo di Tarso, chiamato anche Simon Mago in molte opere, basta semplicemente leggere delle citazioni sparse un po’ ovunque nei testi sacri, cattolici, ortodossi e addirittura ebraici.

Incominciamo adesso ad esaminare I passi più noti ai cattolici, presenti precisamente negli Atti degli Apostoli:

1Saulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote 2e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco, al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via. 3E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo 4e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?». 5Rispose: «Chi sei, o Signore?». Ed egli: «Io sono Gesù, che tu perséguiti! 6Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». 7Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno. 8Saulo allora si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco. 9Per tre giorni rimase cieco e non prese né cibo né bevanda.
10C'era a Damasco un discepolo di nome Anania. Il Signore in una visione gli disse:«Anani!». Rispose: «Eccomi, Signore!». 11E il Signore a lui: «Su, va' nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco, sta pregando 12e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire a imporgli le mani perché recuperasse la vista». 13Rispose Anania: «Signore, riguardo a quest'uomo ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme. 14Inoltre, qui egli ha l'autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». 15Ma il Signore gli disse: «Va', perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli d'Israele; 16e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome». 17Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo». 18E subito gli caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, 19apoi prese cibo e le forze gli ritornarono.

Sempre.negli Atti degli apostoli il tutto viene riassunto in questa parte:

12Un certo Anania, devoto osservante della Legge e stimato da tutti i Giudei là residenti, 13venne da me, mi si accostò e disse: «Saulo, fratello, torna a vedere!». E in quell'istante lo vidi. 14Egli soggiunse: «Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua stessa bocca, 15perché gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito. 16E ora, perché aspetti? Àlzati, fatti battezzare e purificare dai tuoi peccati, invocando il suo nome».

E ben chiaro fin qui che Paolo fu convertito da un ebreo di nome Anania, un noto guaritore di quei tempi che stando all'ebraismo, era un discepolo di Yokhannan ben Zakkai. Chiaramente a regola di logica, se “IL SIGNORE" mandò Anania a guarire Paolo, quel SIGNORE altro non poteva essere che Yokhannan ben Zakkai il maestro di Anania!
A conferma di ciò, nell'ortodosso Recognitiones pseudo Clementine leggiamo, senza troppi giri, che fu proprio Zaccheo ( Zakkai) a convertire Paolo ( alias Simon mago) :

Capitolo LXXII. — Pietro inviato a  Cæsarea.

 “Mentre, pertanto, abbiamo alloggiato a Gerico e ci siamo dati alla preghiera e al digiuno, Giacomo il
 il vescovo mi ha mandato qui a Cesarea, dicendo che Zaccheo [Zakkay] gli aveva scritto da
 Cesarea, riguardo a  quell'unico Simone, un mago samaritano, che stava sovvertendo molti del nostro popolo, affermando che era uno Stans,
 598 - cioè, in altre parole, il Cristo e la grande potenza del Dio supremo, che
 è superiore al Creatore del mondo;  allo stesso tempo, ha mostrato molti miracoli e tolto dei dubbi e altri hanno creduto in  lui.  Mi ha informato di tutte le cose che erano state accertate
 rispettando quest'uomo da coloro che in precedenza erano stati suoi colleghi o discepoli, e
 in seguito era stato convertito da Zaccheo.”

A regola di logica, se fu davvero Yokhannan ben Zakkai a guarire/convertire Paolo, da qualche parte, in qualche testo ebraico, deve esserci scritto qualcosa a riguardo.
Infatti proprio nei testi ebraici, al contrario di quelli cristiani, si cita espressamente il loro leader Yokhannan ben Zakkai che invoca una sola volta l'aiuto di Anania per guarire suo figlio (Shimon), ma nel passo viene censurato il nome di suo figlio,che diventetà futuro leader del Cristianesimo pagano:

“È riferito che quando il figlio di Johanan b. Zakkai era molto malato, il padre sollecitava le preghiere di Anania. Anania ha prontamente obbedito e il bambino si è ripreso. Il padre felicissimo non poteva astenersi dall'esprimere la sua ammirazione per il suo meraviglioso allievo, affermando che lui stesso avrebbe potuto pregare tutto il giorno senza fare del bene. Sua moglie, sbalordita da tale abortimento da parte del suo famoso marito, chiese: "Anania è più grande di te?" A questo egli rispose: "C'è questa differenza tra noi: è come il servitore di un re, che ha sempre libero accesso alla presenza augusta, senza nemmeno dover attendere il permesso di raggiungere le sue orecchie; mentre io, come un signore davanti a un re, deve attendere un momento opportuno "(Ber. 34b). Allo stesso modo, su sollecitazione di Gamaliel II., Anania supplicò la misericordia per il figlio di quel patriarca e alla conclusione delle sue preghiere assicurò ai messaggeri di Gamaliel che la febbre del paziente lo aveva lasciato. Questa certezza creò dubbi nelle menti dei messaggeri, che prontamente chiesero: "Sei un profeta?" A questo egli rispose: "Non sono né un profeta né il figlio di un profeta; ma l'esperienza mi ha insegnato che ogni volta che la mia preghiera scorre liberamente è concessa; altrimenti, viene respinta. I messaggeri allora annotarono la dichiarazione di Anania e l'ora esatta in cui fu fatta; raggiunta la residenza del patriarca, scoprirono che Anania aveva parlato veramente "

http://www.jewishencyclopedia.com/articles/7207-hanina-b-dosa

Questo passo per l'ebraismo è l’unico passo dove parla Anania chiamato in causa da Zakkai, per guarire una persona malata e cioè suo figlio.
Paolo era dunque figlio del patriarca ed aspirante Messia Yokhannan ben Zakkai?
Possibile?
A confermare ciò, proprio un padre della chiesa, In “De viris illustribus” scritto da Gerolamo al Capitolo 5 leggiamo:
L'apostolo Paolo, precedentemente chiamato Saulo , (Atti. 7, 58) , il numero dei dodici apostoli della parte esterna, della tribù di Beniamino e la città di Giscalis della Giudea, c'era, in base al quale i romani come un prigioniero e emigrò con i suoi genitori a Tarso di Cilicia (Atti XX. 13, 12)

http://khazarzar.skeptik.net/books/hieronym/viris_l.htm

Praticamente Gerolamo conferma la nascita di Paolo, nella piccola Giscala, cittadina natale del patriarca Giovanni di Giscala che come scrive Giuseppe Flavio, “ormai da tempo la faceva da padrone" .

giovedì 31 ottobre 2019

IL SIGNORE FU TRAFITTO DA UN SOLDATO ROMANO E LA CORTINA DEL TEMPIO SI SQUARCIÒ NEL 70 D.C.

In questa parte parleremo di quando storicamente il Signore fu trafitto da un soldato romano provocandone l'uscita del suo sangue salvifico e di quando la cortina del Tempio si squarciò dopo la sua morte apparante.

Incominciamo esaminando I testi sacri Cristiani:

DAL VANGELO DI GIOVANNI:

“uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.”

DAL VANGELO DI MARCO:

Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. 39Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!».

19 Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel luogo santissimo per mezzo del sangue di Gesù, 20 per quella via nuova e vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne, (Ebrei 10:19-20 – La Nuova Riveduta 1994).
11 Ma venuto Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri, egli, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d’uomo, cioè, non di questa creazione, 12 è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Così ci ha acquistato una redenzione eterna. (Ebrei 9:11-12 – La Nuova Riveduta 1994).
50 E Gesù, avendo di nuovo gridato con gran voce, rese lo spirito. 51 Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si schiantarono, (Matteo 27:50-51 – La Nuova Riveduta 1994).

Passiamo adesso al Talmud e vediamo I testimoni oculari di questi eventi quando e in che miniera registrano questi fatti:

[Vespasiano] se ne andò e mandò Tito. Ed è scritto (Deut. 32, 37): "E disse: dove sono le loro divinità, le rocce in cui riponevano la loro fiducia?" Questo [versetto si applica] a Tito il malvagio, che insultò e blasfemò contro l'Altissimo. Cosa fece? Acchiappò una prostituta ed entrò nel Santo dei Santi, stese un rotolo della Torà e peccò con lei, prese una spada e infilzò la Parochet [ossia la cortina che nel secondo Tempio separava il Santo dal Santo dei Santi], avvenne un miracolo e da essa cominciò a schizzare sangue e [Tito] pensò di essersi ucciso (cioè di avere ucciso il Santo, benedetto Egli sia – il Talmud usa per rispetto verso D-o una espressione sostitutiva), come è scritto (Salmi 74, 4): "I Tuoi oppressori hanno ruggito nel Tuo Tempio, hanno interpretato le loro superstizioni come dei veri segni." Abba Chanan cita (Salmi, 89, 9): "Chi è come Te, D-o forte?", cioè: chi è forte e inflessibile come Te, che ascolti gli insulti e le blasfemie di quel malvagio e continui a tacere? Nella Yeshivà di Rabbì Yishmaèl interpretarono il versetto (Esodo 15, 11): "Chi è come Te tra i potenti, o Signore?" [aggiungendo una lettera]: "Chi è come Te tra i muti, o Signore?", [che ascolti gli insulti e non reagisci].
Cosa fece [Tito]? Prese la Parochet e ne fece un sacco, raccolse tutti gli strumenti del Tempio, li pose all'interno e li posò sulla nave per andare a vantarsi nella sua città, come è scritto (Ecclesiaste 8, 10): "Infatti, ho visto dei malvagi venire sepolti: essi venivano da un luogo santo e venivano dimenticati nella città in cui avevano agito." [Modificando una lettera] leggi "raccolti" al posto di "sepolti" e "per vantarsi" al posto di "venivano dimenticati". C'è [invece] chi legge [nel versetto] proprio la parola "sepolti", perché fu rivelato loro perfino ciò che era sepolto"

http://www.anzarouth.com/2008/08/talmud-ghittin-55-57.html?m=1

Come potete vedere il rabbino che conclude la fonte, precisa:

C'è [invece] chi legge [nel versetto] proprio la parola "sepolti", perché fu rivelato loro perfino ciò che era sepolto.
L'evangelista Matteo fu proprio uno di questi, infatti come puntualizza il rabbino, scrive:

DAL VANGELO DI MATTEO

51Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, 52i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. 53Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.

Nel Talmud viene inoltre specificato che oltre “al soldato romano" Tito,  ci fosse innanzi alla presenza del Signore trafitto anche una prostituta.
Similmente secondo la tradizione Cristiana, il.Signore apparve prima alla prostituta Maria Maddalena:

VANGELO DI GIOVANNI CAPITOLO 20

1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!»….
Per finire la notizia giunse a Simone e a Giovanni ( il discepolo amato dal Signore).

Nella stessa maniera l'evento dell'apparizione del Signore, viene collegato nel Talmud ad Abba Sikra e a Yokhannan ben Zakkai, chiamati dallo storico Giuseppe Flavio rispettivamente con I nomi di Simone bargiora e Giovanni di Giscala, le ultime persone che storicamente lasciarono il Tempio del Signore, prima della sua caduta.

Sempre nel passo, i rabbini che parlano della presenza del Signore in modo incorporeo nella cortina del Tempio, aggiungono dei commenti in linea con le antiche scuole docetiche cristiane:

" Abba Chanan cita (Salmi, 89, 9): "Chi è come Te, D-o forte?", cioè: chi è forte e inflessibile come Te, che ascolti gli insulti e le blasfemie di quel malvagio e continui a tacere? Nella Yeshivà di Rabbì Yishmaèl interpretarono il versetto (Esodo 15, 11): "Chi è come Te tra i potenti, o Signore?" [aggiungendo una lettera]: "Chi è come Te tra i muti, o Signore?", [che ascolti gli insulti e non reagisci].

La stessa lezione la troviamo nel VANGELO DI PIETRO, scartato dai padri della chiesa proprio perché in esso era contenuto lo stesso contenuto docetico:

[4][10] Condussero due malfattori e crocifissero il Signore in mezzo a loro. Ma lui taceva quasi che non sentisse alcun dolore...
I fatti e I nomi Talmud, coincidono con I resoconti evangelici, tuttavia quello che salto all'occhio anche al lettore inesperto è che tutto accadde poco prima della caduta del Tempio nel 70 e non sotto a Ponzio Pilato.

Altre prove negli scritti sacri che seguono la stessa linea temporale del Talmud, le possiamo trovare nel Vangelo di Pietro:

[7][25] Gli Ebrei, gli anziani e i sacerdoti compresero allora il grande male fatto a se stessi e cominciarono a lamentarsi battendosi il petto e a dire: “Guai ai nostri peccati! Il giudizio e la fine di Gerusalemme sono ormai vicini”.
[26] Io [Pietro] ed i miei amici eravamo nella tristezza e, con l’animo ferito, ci nascondevamo: eravamo, infatti, ricercati da loro come malfattori e come coloro che volevano incendiare il tempio.

https://mikeplato.myblog.it/2017/02/23/vangelo-di-pietro-testo-integrale/

Questi passi secondo alcuni nascondono un velato antisemitismo, eppure se andiamo a leggere i passi dello storico Giuseppe Flavio, si riesce a capire che le cose andarono davvero in questa maniera:

Libro IV:570 Nel frattempo la massa degli Zeloti che era dispersa nella città si raccolse nel tempio unendosi a quelli che erano stati messi in fuga, e Giovanni si preparò a guidarli giù contro il popolo e gli Idumei.
Libro IV:571 Questi ebbero paura non tanto del loro attacco, essendo più forti in combattimento, quanto della loro follia, pensando che quelli di nottetempo potevano fare una sortita dal tempio, ucciderli e dar fuoco alla città.
Libro IV:572 Si radunarono allora a consiglio con i sommi sacerdoti per deliberare come difendersi dal loro assalto.
Libro IV:573 Ma il Dio sconvolse le loro menti ed essi pensarono di ricorrere a un rimedio peggiore del male;
infatti per liberarsi di Giovanni decisero di far entrare Simone, cioè di attirarsi un secondo padrone, e per di più sollecitandolo con le preghiere.
Libro IV:574 La decisione venne eseguita e il sommo sacerdote Mattia fu inviato a pregare quel Simone, che tanto avevano temuto, di voler entrare in città. Unirono le loro insistenze anche tutti quelli che erano stati costretti a fuggire da Gerusalemme per gli Zeloti e che desideravano di recuperare case e averi.
Libro IV:575 Simone acconsentì con grande degnazione di far loro da padrone e fece il suo ingresso come per liberare la città dagli Zeloti, acclamato dal popolo quale salvatore e protettore;
Libro IV:576 ma quando fu dentro col suo esercito non pensò che al suo potere, considerando quelli che l'avevano invocato non meno nemici di coloro contro cui era stato invocato.
Libro VI:364 Costoro non provavano alcun rimorso per le loro malefatte, anzi ne andavano fieri come di belle imprese; così, quando videro la città in fiamme, con lieto volto dichiararono di esser contenti di aspettare la fine perché, sterminato il popolo, bruciato il tempio e incendiata la città, non lasciavano niente ai nemici.

Un ulteriore prova che dimostra che le vicende del Cristo siano avvenute in realtà sotto la rivolta giudaica del 66/70 le troviamo nel Vangelo di Gamaliele, dove I padri della Chiesa escludendolo dal Canone, non si sono nemmeno curati di cancellare la frase dove sia attesta che Pilato distrusse il Tempio di Gerusalemme e ne sterminò la popolazione, un atto che in realtà storicamente accadde nel 70 con Tito, non dopo la risurrezione di Gesù, ma dopo la resurrezione del vero aspirante Messia e Salvatore del suo popolino e della Torah, Yokhannan ben Zakkai:

https://originidelcristianesimoprimitivo.blogspot.com/2019/02/gamaliele-era-cristiano-indagine.html?m=1

lunedì 12 agosto 2019

LA VERA STORIA DI NICODEMO

In questa ricerca vediamo chi fosse storicamente Nicodemo e se veramente abbia mai avuto contatto e appoggiato  un re dei giudei di nome Gesù.
Nel Nuovo Testamento e precisamente nel Vangelo di Giovanni, Nicodemo appare come uno dei capi ricchi di Gerusalemme che appoggiò segretamente Gesù, nonostante fosse fariseo e un membro del sinedrio:

GESÙ E NICODEMO

1Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodemo, uno dei capi dei Giudei. 2Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». 3Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio».
4Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». 5Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. 7Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall'alto. 8Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
9Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». 10Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro d'Israele e non conosci queste cose? 11In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. 12Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? 13Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo. 14E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

MAI UN UOMO HA PARLATO COSÌ!

40All'udire queste parole, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». 41Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? 42Non dice la Scrittura: Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo?». 43E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. 44Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui.
45Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». 46Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». 47Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? 48Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? 49Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». 50Allora Nicodemo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: 51«La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». 52Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». 53E ciascuno tornò a casa sua.

SEPOLTURA DI GESÙ

38Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. 39Vi andò anche Nicodèmo - quello che in precedenza era andato da lui di notte - e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di àloe. 40Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. 41Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. 42Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.

Nel Talmud Nicodemo, invece di risultare una persona che appoggiò Gesù, appare come una persona che appoggiò Giovanni di Giscala ( Yokhannan ben Zakkai) e Simone il bariona:

Mandarono [al suo posto] il comandante Vespasiano. Questi venne ed assediò [Gerusalemme] per tre anni. [In città] c'erano tre ricchi: Nakdimòn ben Gurion, Ben Kalba Savua e Ben Tzitzit Hakesat. Nakdimòn ben Gurion [si chiamava così] perché il sole sorse (Nakad) apposta per lui (Talmud Bavli, trattato di Taanit, 20a); Ben Kalba Savua, perché chiunque entrava a casa sua affamato come un cane (Kalba) ne usciva sazio (Savua); Ben Tzitzit Hakesat, perché le sue frange (Tzitzit) strisciavano sempre su cuscini (Kesat). C'è chi dice che [doveva il suo soprannome al fatto che spesso] sedeva tra i potenti di Roma. Uno [di loro] promise: "Io rifornirò [gli abitanti di Gerusalemme] di grano e di orzo." Un altro dichiarò: "Vino, sale e olio" e un altro promise: "Legna". I saggi lodarono [soprattutto] il donatore di legna. Anche Rav Chisda lasciava tutte le sue chiavi al suo servitore, tranne quella [del deposito] di legna, perché così diceva Rav Chisda: "[Per cucinare] un deposito di grano ci vogliono sessanta depositi di legna!" [Grazie ai loro doni] c'era di che nutrire [la città] per ventuno anni!

Tratto da:

http://www.anzarouth.com/2008/08/talmud-ghittin-55-57.html

Qui a seguito noterete che questi doni furono custoditi da Simone il bariona ( abba Sikra/ben Batiah), conisciuto dai cristiani semplicemente con il nome di Pietro:


https://upload.forumfree.net/i/ff12349826/IMG_20190228_151523.jpg

Ma le sorprese non finiscono qui, infatti in guerre Giudaiche emerge che Gorion oltre ad essere il padre di Nicodemo, fosse il padre di Giuseppe:

Libro II:563 Giuseppe figlio di Gorion e il sommo sacerdote Anano furono eletti a reggere con poteri assoluti il governo della città, con l'incarico di curare specialmente che venisse aumentata l'altezza delle mura.

Tutto lascia pensare che Giovanni evangelista si sia ispirato a loro quando scrisse che Giuseppe e Nicodemo (che storicamente risultano fratelli) cosparsero con molta aloe e mirra il corpo del Messia.
Ma di quale Messia parliamo?

Certamente non di Gesù ma di Yokhanna ben Zakkai che nel Talmud risulta  morto e risorto e cosparso di aromi, per far credere (ai barionim) che fosse davvero morto.


POTENZIALI MANIPOLAZIONI

Sebbene in Guerre Giudaiche appaia chiaramente Giuseppe figlio di Gorion, fratello quindi di Nicodemo, in altri passi appaio delle potenziali manipolazione adocchiate probabilmente dai copisti cristiani. Se esaminiamo I passi che seguono, infatti notiamo che Gorion da padre viene trasformato come figlio  di Nicodemo e in un altro passo viene trasformato invece come figlio di Giuseppe:

Libro II:451 Quelli, approfittando anche di una tale richiesta, inviarono da loro per stringere l'accordo Gorion figlio di Nicomede, Anania figlio di Sadoc e Giuda figlio di Gionata. Giurati i patti, Metilio fece uscire i soldati.

Libro IV:159 Le personalità più eminenti, quali Gorion figlio di Giuseppe e Simeone figlio di Gamaliel, li incitavano infatti sia tutt'insieme nelle assemblee, sia recandosi a visitarli ad uno ad uno, perché una buona
volta punissero i traditori della libertà e purificassero il santuario da quegli empi assassini.

Parliamo sempre di personaggi di rilievo a capo della politica  di Gerusalemme, ma in questi passi notiamo delle probabili manipolazioni fatte con lo scopo di non  far capire al lettore che sono gli stessi personaggi che troviamo nel Nuovo Testamento, attivi nella politica di Gerusalemme, non nel periodo di Pilato, ma nel periodo della rivolta Giudaica, guidata da Giovanni di Giscala e suo nipote Simone capo dei Barionim.



lunedì 22 aprile 2019

DAL VANGELO SECONDO LA STORIA

Ho raccolto  e tradotto finalmente tutte le fonti storiche ed ebraiche indipendenti dal cristianesimo, che dimostrano chi fosse nella realtà Gesù e il suo successore Simone il bariona. Parlerò quindi di quella persona che causò la caduta del Tempio, che si fece re e che giudicò tutte le 12 tribù d'Israele, comprese le persone che non lo hanno voluto come loro Re.
Senza di lui non esiterebbe più l'ebraismo e di conseguenza nemmeno il Cristianesimo.
Parlerò dunque di Yohannan ben Zakkai ( Giovanni di Giscala), la persona che ha realizzato le stesse profezie del Gesù evangelico, che ha predicato le stesse cose e che ha fatto in vita le stesse cose fatte da Gesù.
Costui è diventato un mito per gli ebrei, a tal punto che una parte di loro, I cristiani,lo hanno addirittura trasformato nel loro Dio.
In questo vangelo, parlerò per la prima volta anche delle nuove riforme che  ha introdotto nell'Ebraismo Yohannan ben Zakkai. Pensate... Zakkai ha avuto il potere di cambiare le secolari leggi giudaiche, come se avesse fatto un nuovo patto tra D-o e il popolo ebraico e queste nuove riforme giudaiche le troviamo nei Vangeli come insegnamenti di Gesù.
Il lavoro è stato immenso, ma ho suddiviso schematicamente insegnamenti e opere di Giovanni in parti, come se fosse un vangelo.
Per approfondire alcune questioni ho inserito anche dei link, per il resto spero che la lettura sia scorrevole e poco pesante, visto che non si tratta di un romanzo, ma di una ricostruzione storica attraverso le fonti.

ANNUNCIAZIONE: CHI ERA AI TEMPI GESÙ LA PERSONA CHE VENNE PERCEPITA COME "L'ELETTO" O COME FIGURA GUIDA DELLE GENERAZIONI FUTURE

https://originidellereligioni.forumfree.it/m/?t=77123003

LA PREGHIERA DI GESÙ, CHE STANDO I VANGELI INSEGNAVA GIOVANNI IL BATTISTA AI SUOI SEGUACI: IL PADRE NOSTRO

Gesù ha insegnato come pregare Dio attraverso quella che molti considerano la preghiera di Gesù EREDITATA DA GIOVANNI IL BATTISTA:il Padre nostro.

Secondo molti studiosi il Padre Nostro deriva, almeno nella sua parte iniziale, dal Kaddish ebraico:

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Kaddish

Secondo le più antiche fonti ebraiche, questa preghiera veniva recitata non da Gesù ma da Yohannan ben Zakkai per pregare Dio. Stando al Tanna D'bei Eliyahu, attraverso questa preghiera, insegnata ad un bambinino, riuscì a resuscitare l'anima condannata all'inferno (Gehinom) di suo padre :

Una volta stavo camminando per la strada e ho trovato un uomo che stava raccogliendo legna. Gli ho parlato ma non mi ha detto una parola. Solo più tardi venne da me e disse: "Rabbi, sono morto, non vivo".
Ho risposto, "Quindi se sei morto, perché hai bisogno di tutto quel legno?"
Rispose: "Rabbi, ascoltami e ti spiegherò: quando ero vivo, io e il mio amico passavamo i nostri giorni a peccare nella mia proprietà, così quando siamo venuti qui, ci hanno condannati a bruciare. L'amico mio, poi raccoglie legna e mi brucia ".
Così gli ho chiesto: "Ti hanno detto per quanto tempo durerà il tuo supplizio?"
Al che lui rispose: "Quando sono venuto qui, ho lasciato incinta mia moglie, so che lei sta portando un figlio, quindi ti chiedo, ti prego di prenderti cura di lui dal momento in cui è nato fino a che non avrà cinque anni. Portalo in una scuola per imparare a leggere e pregare, perché nel momento in cui dirà: "Benedetto è D_o chi è benedetto!" mi risusciteranno dal giudizio di Gehinom ".

In origine la preghiera non conteneva la parte che segue "dacci oggi il nostro pane quotidiano...", una parte che richiama il sacrificio del corpo di Cristo così come descritto in maniere allusiva nell'ultima cena.
Questo è uno dei tanti fattori indicativi che dimostrano che il culto della resurrezione del corpo, sia nato in un periodo successivo e non negli ambienti strettamente giudaici.

INGRESSO TRIONFALE A GERUSALEMME

Non esiste storicamente un ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, ma esiste un ingresso trionfale di Giovanni a Gerusalemme, descritto sia da Flavio Giuseppe e sia  addirittura nelle omelie pseudo clementine, dove Zakkai viene nominato "Cristo", presidente e protettore della Chiesa:

https://originidellereligioni.forumfree.it/m/?t=76464304#newpost

DIVIETO DI EFFETTUARE SACRIFICI PER L'ESPIAZIONE DEI PECCATI

Dalle prescrizioni che emergono dal Nuovo Testamento, si evince che il Cristianesimo, a differenza del Paganesimo
e dell'Ebraismo, si asteneva nel sacrificare gli animali per l'espiazione dei peccati:

http://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=At+15%2C28-29&formato_rif=vp

Tuttavia storicamente risulta che fu Yohannan ben Zakkai (Giovanni di Giscala) a interrompere per sempre I riti sacrificali, sia prima che dopo la caduta del Tempio:

Libro VI:93 - 2, 1. Tito ordinò ai suoi soldati di abbattere dalle fondamenta l'Antonia e di spianare una via per
farvi salire facilmente tutto l'esercito; quindi affidò un incarico a Giuseppe.
Libro VI:94 Aveva saputo che da quel giorno, era il diciassette di Panemo, il cosiddetto sacrificio perenne in
onore del Dio era stato interrotto per mancanza di uomini, e che di ciò il popolo era rimasto profondamente
turbato;
Libro VI:95 allora fece ripetere a Giovanni il precedente ammonimento, che se cioè egli era in preda a una criminosa smania di combattere poteva farsi avanti con chi volesse e ingaggiare la lotta senza coinvolgere nella sua rovina la città e il tempio. Perciò la smettesse di profanare il santuario e di offendere il Dio, anzi avrebbe potuto far celebrare i sacrifici interrotti per mezzo di quei giudei che egli stesso avrebbe designati.
Libro VI:96 Giuseppe, collocatosi in modo da essere udito non soltanto da Giovanni, ma anche dalla massa,
Libro VI:97 trasmise in ebraico il messaggio di Cesare e concluse con un lungo appello perché volesserorisparmiare la patria, disperdere le fiamme che già lambivano il santuario e rendere al Dio i sacrifici espiatori.
Libro VI:98 Le sue parole furono accolte dal popolo con sgomento e silenzio mentre il tiranno, dopo aver scagliato un'infinità d'ingiurie e di maledizioni contro Giuseppe, terminò dicendo che non temeva la conquista della città perché questa apparteneva al Dio.
Libro VI:99 Allora Giuseppe esplose: “Veramente pura hai conservato la città per il Dio, e intatto rimane il tempio, e nessuna offesa hai arrecato a colui che speri di aver alleato, ed egli riceve le consuete offerte!
Libro VI:100 Se a te, maledetto empio, qualcuno togliesse il tuo cibo quotidiano, tu lo giudicheresti un nemico:
come puoi illuderti di avere dalla tua parte nella guerra colui che hai privato del culto che durava da sempre?
Libro VI:101 E attribuirai le tue colpe ai romani, che finora si son dati cura delle nostre leggi e cercano di restaurare per il Dio i riti sacrificali interrotti per causa tua?
Libro VI:102 Chi non compiangerebbe amaramente la città per lo strano capovolgimento subito, dato che degli
stranieri, e per di più nemici, si preoccupano di mettere riparo alla tua empietà, mentre tu, che sei un giudeo e
sei stato educato all'osservanza delle nostre leggi, le offendi assai più gravemente di loro?
Libro VI:103 Eppure, Giovanni, non soltanto è bello pentirsi delle proprie colpe, sia pure all'ultimo momento, ma
se tu volessi risparmiare alla patria la rovina avresti un magnifico esempio da seguire, quello di Ieconia re dei
giudei....
Giovanni entrò entrò quindi nel Tempio e come il Gesù evangelico, che cacciò I mercanti e I cambiavalute, bloccò di fatto I riti sacrificali.

Dopo la caduta del Tempio Giovanni ordinò a tutte le comunità ebraiche di astenersi dai riti sacrificali, quindi non fu un invenzione dell'apostata della legge Paolo di Tarso, come molti pensano.

Celebre e il seguente passo, seguito alla lettera dai Cristiani:

"Una volta, quando Rabban Yochanan ben Zakkai stava camminando a Gerusalemme con Rabbi Yehoshua, arrivarono dove il Tempio di Gerusalemme ora era in rovina. "Guai a noi", esclamò Rabbi Yehoshua, "perché questa casa dove è stata fatta l'espiazione per i peccati di Israele ora giace in rovina!" Rispose Rabban Yochanan, "Abbiamo un'altra, altrettanto importante fonte di espiazione, la pratica delgemilut hasadim (gentilezza amorevole), come si afferma" Desidero amorevolezza e non sacrificio ".

GESÛ PROFETIZZA LA CADUTA DEL TEMPIO

5Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, disse: 6«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Come il profeta Geremia prima di lui, e come il Messia cristiano Gesù ,  Giovanni profetizzò contro il Tempio di Gerusalemme , dicendo: "O Tempio, Tempio, perché ti spaventi? Io so di te che sarai distrutto" (Yoma 39b).

https://originidelcristianesimoprimitivo.blogspot.com/2020/12/i-profeti-giovanni-e-gesu.html?m=1

PAGATE I TRIBUTI A CESERE E DATE A DIO QUELLO CHE È DI DIO

17Dunque, di' a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». 18Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? 19Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. 20Egli domandò loro: «Questa immagine e l'iscrizione, di chi sono?». 21Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». 22A queste parole rimasero meravigliati, lo lasciarono e se ne andarono.

Lo stesso contenuto è presente nelle fonti ebraiche, ma vengono proferite da Yohannan ben Zakkai:

Johanan disse ai suoi allievi che erano con lui: "Per tutta la vita ho cercato di capire quella frase nel Cantico dei Cantici [I. 8]:" Se non lo sai, o la più bella tra le donne ", ecc. La prima volta che capisco il suo significato: "Non volevi" - così dice la parola Israele - "sottomettersi a Dio, quindi sei sottomesso a popoli stranieri." Non volevi pagare a Dio un mezzo siclo per ogni persona; ora paghi 15 shekel al governo dei tuoi nemici. Non volevi riparare le strade e le strade per i pellegrini in vacanza; ora devi riparare le strade e le torri di guardia per i tuoi oppressori.E in te è adempiuta la profezia [Deut. xviii. 47-48, RV]: Poiché tu non hai servito il Signore tuo Dio con gioia e con gioia di cuore, a motivo dell'abbondanza di tutte le cose, perciò servirai i tuoi nemici, che il Signore manderà contro di te, nella fame e nella sete, nella nudità e nella mancanza di tutte le cose. '"

PERDONATE L'ADULTERA

Vangelo di Giovanni cap.8

3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la Pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più».

Che significato voleva dare l'evangelista Giovanni, facendo scrivere Gesù sulla terra?

A mio avviso l'evangelista voleva comunicarci "che sulla terra" il vero Cristo storico ha lasciato qualcosa scritto a riguardo le adultere.
Infatti per quanto riguarda Yohannan ben Zakkai, stando alle fonti ebraiche, risulta che abbia abolito il calvario della moglie sospettata di adulterio (Numeri 5: 11-31), dimostrando ancora una volta di avere il potere di cambiare le secolari leggi di Dio, istaurando con il popolo ebraico il così detto dai Cristiani "nuovo patto".
In sostanza Yochannan ben Zakkai abolì il pericoloso e potenzialmente mortale, rito delle acque amare, che poteva appunto portare alle morte di una donna adultera, sospettata di adulterio.

http://www.artspecialday.com/9art/2017/02/27/gelosia-legge-bibbia/

GESÙ NON RISPETTAVA LE NORMALI NORME DI PURITÀ È PROCLAMÒ TUTTI I CIBI PURI:

14Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! 15Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro». 16
17Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. 18E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può renderlo impuro, 19perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. 20

In Guerre Giudaiche lo storico Falvio Giuseppe conferma il contenuto del passo evangelico, ma lo attribuisce sempre a Giovanni:

Libro VII:264 La sua mensa era infatti imbandita con cibi proibiti ed egli aveva abbandonato le tradizionali regole
di purità, sì che non poteva più far stupore se uno che era così follemente empio verso il Dio non osservava più la bontà e la fratellanza verso gli uomini.

LA CRESIMA CON OLIO ATTRAVERSO E L'IMPOSIZIONE DELLA MANI

Nell'ebraismo l'unzione era prevista per poche occasioni: per ungere I re, I sommi sacerdoti e I profeti. Sostanzialmente nell'ebraismo l'olio veniva usato per casi singoli.

Nel Cristianesimo invece, l'uso del l'olio rituale, viene esteso per molte altre attività religiose e viene usato anche per ungere le masse, così come avviene ad esempio nella celebrazione della Cresima. Con esso,  si ricevere lo Spirito Santo e si diventa I SOLDATI DI CRISTO.
Nel Nuovo Testamento esistono numerosi passi che parlano  dell'unzione rituale attraverso l'imposizione delle mani, tuttavia i primi e/o i più esperti in tale pratica risultano Giovanni e Simone il bariona:

14Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva accolto la parola di Dio e inviarono a loro Pietro e Giovanni. 15Essi scesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; 16non era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. 17Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.

Storicamente e precisamente In Guerre giudaiche, il fenomeno Cristiano dell'unzione come rituale di massa, nasce e viene attribuito sempre a Giovanni, che oltre a ungere I suoi, offre come nei vangeli, il vino "per la nuova ed eterna alleanza" e tutto ciò avveniva mentre Simone, capo dei barionim, dirigeva la difesa di Gerusalemme :

Libro V:565 Pertanto egli [Giovanni] attinse il vino e l'olio santo, che i sacerdoti conservavano nel tempio interno per versarlo sugli olocausti, e lo distribuì alla sua banda, e quelli senza inorridire se ne unsero e ne bevvero.

Inoltre Giuseppe Flavio aggiunge che assieme a Giovanni ci fosse nel Tempio anche Lazzaro figlio di Simone:

Libro V:5 - 1, 2. Infatti Eleazar figlio di Simone, colui che all'inizio aveva separato dal popolo gli Zeloti facendoli

penetrare nel tempio, fingendo ora di essere sdegnato per le quotidiane ribalderie di Giovanni.....

Libro V:250 Giovanni quando occupò il tempio aveva seimila uomini sotto venti capitani, ma allora anche gli Zeloti, superati i motivi di contrasto, si erano uniti a lui, ed erano duemilaquattrocento con a capo l'Eleazar di
prima [il figlio di Simone] e Simone figlio di Arino.

Lazzaro figlio di Simone, appare nei Vangeli come fratello di Maria e Marta, ed era testimone dell'unzione del Cristo da parte di Maria, sebbene l'atto è stato ambientato a Betània a 3 km da Gerusalemme:

Vangelo di Marco

3Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. 4Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: «Perché questo spreco di profumo? 5Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei.

Vangelo di Giovanni

1Un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. 2Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato.

GESÙ GUARISCE GLI INDEMONIATI

Su Yohannan ben Zakkai si dice che avesse il potere di comandare I demoni come a Gesù, ed esiste un passo in particolare dove viene spiegato come lui effettuava gli esorcismi:

Un certo pagano chiese a R. Yohanan ben Zakkai: I riti che esibisci in relazione all'odore della stregoneria della Giovenca Rossa! Porterai una manza, la brucerai, la macinerai e la sua cenere. Spargi due o tre gocce su uno di voi che è contaminato dalla contaminazione del cadavere e digli: Sei pulito. Detto R. Yohanan b. Zakkai a lui: non sei mai stato posseduto da un demone? Rispose: No. - Non hai mai visto un uomo posseduto da un demone? Lui rispose: Sì. - E cosa fai per lui? - Portiamo erbe e facciamo fumare sotto di lui, e gettiamo acqua su di lui e il demone è esorcizzato. Rispose: lascia che le tue orecchie ascoltino ciò che ha detto la tua bocca. Lo spirito di contaminazione è lo stesso del tuo demone. Spruzziamo su di esso le acque della purificazione ed è esorcizzato.

Tutt'ora gli esorcisti della chiesa Cattolica, come da insegnamento di Zakkai, "spruzzano"  soltanto acqua santa sul posseduto, durante gli esorcismi.

IL TRADIMENTO DI GIUDA

Nel Vangeli di Giovanni, il tradimento di Giuda Iscariota ( il sicario) viene descritto con insoliti particolari:

21Dette queste cose, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». 22I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse. 23Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. 24Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. 25Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». 26Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda...

Nel Vangelo di Giovanni Pietro non chiede direttamente a Gesù chi fosse il traditore ( la cosa più logica), ma lo chiede direttamente al discepolo da lui amato ( ATTENZIONE DISCEPOLO, NON APOSTOLO), che era nella realtà come detto Giovanni di Giscala ( Yoahanna ben Zakkai), come se Gesù non esistesse o fosse un entità incorporea, come gli gnostici affermavano.

In ogni modo Pietro, così desideroso di mettere le mani sul traditore Giuda, così spiega agli apostoli ,in Atti, come quest'ultimo sia morto:

18Giuda dunque comprò un campo con il prezzo del suo delitto e poi, precipitando, si squarciò e si sparsero tutte le sue viscere. 19La cosa è divenuta nota a tutti gli abitanti di Gerusalemme...

Da dove cadde Giuda a tal punto da farsi a pezzi, spargendo le sue viscere a terra?
Come è caduto?
Chi lo ha fatto cadere e da dove?
Non è specifico, il nuovo testamento ci dice soltanto che solo Simon Pietro lo sapeva e che la cosa era divenuta nota a tutti gli abitanti di Gerusalemme.

Quindi se la cosa era diventata nota a tutti, sicuramente lo storico Flavio Giuseppe lo avrebbe scritto.

Infatti lo storico scrive, che durante la guerra, mentre Giovanni di Giscala voleva istaurare un regime monarchico a Gerusalemme, mentre I sacerdoti del tempio cercavano il modo di ucciderlo e mentre Simone si occupava della difesa:

Libro V:534 - 13, 2. Al veder ciò un certo Giude, figlio di Giude, che era uno dei subalterni di Simone [quindi era un sicario da cui deriva il termine iscariota] e ne aveva avuto l'incarico di far la guardia a una torre, un po' forse per compassione verso le vittime uccise con tanta ferocia, ma specialmente preoccupato di quella che sarebbe stata la sua sorte, chiamò a sé dieci fra gli uomini più fidati che aveva e disse loro:
Libro V:535 “Fino a quando sopporteremo queste malefatte? Che speranza di salvarci abbiamo se restiamo fedeli a un farabutto?
Libro V:536 Non abbiamo già la fame addosso, i romani sul punto di entrare in città, mentre Simone non rispetta nemmeno chi gli ha fatto del bene, sì che c'è da temere che da un momento all'altro egli ci metta a morte quando invece ci si può fidare della parola dei romani? Orsù, consegniamo le mura e salviamo noi stessi e la città!
Libro V:537 Non sarà un gran male per Simone pagare più presto il fio dal momento che non ha speranza di salvarsi”.

Libro V:538 Persuasi i dieci, allo spuntar del giorno Giude inviò gli altri suoi uomini chi da una parte, chi dall'altra, per evitare che si scoprisse il complotto, e verso l'ora terza si mise a chiamare dall'alto della torre i romani.
Libro V:539 Ma di questi alcuni non gli badarono, altri non se ne fidarono mentre i più non si mossero pensando che tra breve avrebbero avuto in mano la città senza correre pericolo.
Libro V:540 E quando alla fine Tito si apprestava ad avvicinarsi al muro alla testa di un reparto, Simone raggiunto dalla notizia accorse a prendere sotto controllo la torre; catturati i traditori, li uccise sotto gli occhi dei romani e, mutilati i cadaveri, li scaraventò davanti alle mura.

Questa è la realtà storica del tradimento di Giuda e della sua morte...notate la precisa coincidenza evangelica dei nomi delle persone coinvolte.

IL RINNEGAMENTO DI SIMON PIETRO

Nei Vangeli si dice che Simone il bariona rinnegò in pubblico 3 volte il Cristo dopo l'ultima cena.
Nello stesso modo nel Gittin 56 a-b Giovanni viene rinnegato e allontano da Simone in pubblico, dopo la loro ultima cena ( Simone lo caccia per 3 volte e per tre volte gli nega di pagare il conto).

Ma andiamo adesso a vedere quando e perchè storicamente Simone il bariona rinnega suo zio Giovanni:
Libro IV:572 Si radunarono allora a consiglio con i sommi sacerdoti per deliberare come difendersi dal loro assalto.
Libro IV:573 Ma il Dio sconvolse le loro menti ed essi pensarono di ricorrere a un rimedio peggiore del male; infatti per liberarsi di Giovanni decisero di far entrare Simone, cioè di attirarsi un secondo padrone, e per di più sollecitandolo con le preghiere.
Libro IV:574 La decisione venne eseguita e il sommo sacerdote Mattia fu inviato a pregare quel Simone, che tanto avevano temuto, di voler entrare in città. Unirono le loro insistenze anche tutti quelli che erano stati costretti a fuggire da Gerusalemme per gli Zeloti e che desideravano di recuperare case e averi.
Libro IV:575 Simone acconsentì con grande degnazione di far loro da padrone e fece il suo ingresso come per liberare la città dagli Zeloti, acclamato dal popolo quale salvatore e protettore;
Libro IV:576 ma quando fu dentro col suo esercito non pensò che al suo potere, considerando quelli che
l'avevano invocato non meno nemici di coloro contro cui era stato invocato.

SIMONE IL BARIONA SI PENTE E LITIGA CON IL PORTINAIO E I SUOI PARENTI

Libro V:527 - 13, 1. Simone non lasciò morire senza supplizi nemmeno Mattia, che aveva consegnato nelle sue mani la città. Costui era figlio di Boeto, discendente di sommi sacerdoti, uno degli uomini più stimati e onorati dal popolo.
Libro V:528 Quando la città era angariata dagli Zeloti, cui s'era unito anche Giovanni, egli aveva persuaso il
popolo a far entrare in loro aiuto Simone, senza stringere in precedenza alcun accordo con lui e senza
sospettare alcun tiro da parte sua.
Libro V:529 Ma quando Simone mise piede in città e se ne fece padrone, considerò Mattia nemico al pari degli altri, anche se aveva perorato la sua causa, giudicando che lo aveva fatto per stolta ingenuità.
Libro V:530 Così allora se lo fece trascinare al suo cospetto e con l'accusa di parteggiare per i romani lo
condannò a morte, senza permettergli di difendersi, insieme con tre figli, perché il quarto aveva fatto in tempo a rifugiarsi presso Tito.

Tutta questa storia, l'ingresso di Simone, il suo rinnegamento e la "lite" con chi l'aveva fatto entrare e parenti, è stata sintetizzata nel Vangelo di Giovanni:

15Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. 16Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla potinaia e fece entrare Pietro. 17E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest'uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». 18Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.
25Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». 26Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». 27Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.

GESÙ, PUR NON FIDANDOSI TROPPO, LASCIA I SUOI SEGUACI A SIMONE IL BARIONA DETTO PIETRO

15Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».


Flavio Giuseppe descrive questo mandato MILITARE  e passaggio di consegne in questo passo:

Libro V:278 Gli uomini delle fazioni avverse presero a gridarsi l'un l'altro che ciò che stavano facendo era tutto a vantaggio dei nemici, mentre invece, anche se il Dio non concedeva loro una durevole concordia, era necessario almeno deporre per il momento le scambievoli rivalità e combattere uniti contro i romani. Così Simone fece sapere a quelli del tempio che potevano senza timore uscire per difendere le mura, e Giovanni, PUR NON FIDANDOSI TROPPO, li lasciò andare.

Simone inoltre, stando alle fonti ebraiche (Gittin 56 a-b , gli volle davvero bene, perchè trovò un soluzione per farlo
 uscire sano e salvo da Gerusalemme assieme ai sui discepoli principali: iscenando la sua morte e resurrezione lo fece uscire da Gerusalemme in una bara.
Lui invece, come allude il finale del passo evangelico, fu arrestato e mandato in catene a Roma, dove venne imprigionato nel carcere Mamertino, dove la tradizione cristiane vuole non a caso Pietro e successivamente venne giustiziato.

CHI LIBERIAMO, GESÙ O BARABBA?

Per molti questa usanza di liberare una persona in carcere non è mai esistita.
Tuttavia nella storia esiste un solo caso in cui  un sedicente Messia venne liberato e al posto suo venne giustiziato un altro: parliamo sempre di Giovanni di Giscala e del suo nipote Simone il bariona detto Abba Sikra.
Il primo fu liberato, il secondo invece fu giustiziato come un mafattore, storicamente nelle modalità descritte nei Vangeli:

Guerre Giudaiche

Libro VII:153 - 5, 6. La meta del corteo trionfale era il tempio di Giove sul Campidoglio, e arrivati colà si
fermarono; infatti secondo un'antica usanza si doveva aspettare l'annuncio della morte del capo dei nemici.
Libro VII:154 Questi era Simone, figlio di Ghiora, che fino a quel momento aveva sfilato fra gli altri prigionieri e che ora con una corda al collo venne trascinato, fra ingiurie e percosse, in un luogo vicino al Foro, dove i romani anno eseguire le condanne a morte dei malfattori.

Nei Vangeli Simon Pietro sfonda le linee di 600 soldati romani e arriva a tagliare l'orecchio a Malco, viene riconosciuto come seguace di Cristo e nonostante tutto, in maniera assurda, non viene arrestato.

Da quel momento in poi, nei vangeli, come in un effetto speciale, come se utilizzassero una controfigura, fanno sparire dalla scena Pietro e fanno apparire Gesù detto il Cristo e Barabba in carcere.
In realtà I due da giudicare erano il buon figlio del padre ( Barabba) Giovanni e colui che si travestì da Cristo (con abiti bianchi e mantello porpureo specifica Flavio Giuseppe), il cattivo e antiromano Simone il bariona detto Pietro.
Anche Simone da Cirene, "colui che prese la croce di lui" nella realtà è sempre Simone il bariona, che alla fine venne giustiziato al posto di Giovanni ( in linea con la tradizione gnostica e islamica).In poche parole gli evangelisti sdoppiano Simone, in "colui che fu condannato" e "in colui che portò la croce di lui", ma in realtà è sempre la stessa persona: il motivo dell'espediente è che Pietro doveva rimanere in vita sulla carta per altri 35 anni circa, per guidare la Chiesa dopo la presunta morte di Cristo sotto Pilato. L'espediente era dunque necessario, del resto sia Barabba che Simone da Cirene, sembrano uscire nei vangeli dal nulla ad eccezione di Simone,  che comunque nelle versione gnostiche viene ucciso al posto del Cristo ed ovvio quindi se è stato davvero lui ad essere giustiziato, Barabba era il Cristo e il Gesù condannato era quello finito sulla croce.

Tutte le versioni evangeliche cristiane, comprese quelle gnostiche, si ispirano a questo evento storicamente accaduto e compiuto sempre da questi 2 personaggi: Giovanni e Simone.

Flavio Giuseppe lo descrive:

Libro VII:118 Quanto poi ai prigionieri, diede ordine di trasportare immediatamente in Italia i due capi, Simone e Giovanni, assieme ad altri settecento scelti per la statura e la prestanza fisica, con l'intenzione di trascinarli in catene nel trionfo.

Come visto in precedenza, solo Simone percorse la via crucis a Roma, Giovanni invece che fine fece?

Giovanni non venne trasportato a Roma, il passo che avete letto in precedenza è stato sicuramente falsificato da qualche prete, che visto la stretta somiglianza con gli eventi descritti nei Vangeli, ha deciso di renderlo meno in linea con I testi religiosi cristiani.

Infatti in un altro passo di Guerre Giudaiche leggiamo che solo Simone fu imbarcato a Cesarea e destinato per il trionfo a Roma:

Libro VII:36 Quando Cesare fu di ritorno a Cesarea sul mare, gli venne portato in catene Simone, ed egli diede ordine di riservarlo per il trionfo che si apprestava a celebrare a Roma.

Vespasiano quindi, decise di liberare come nel Gittin 56 a-b Giovanni e decise di giustiziare invece Simone.
Vespasiano storicamente sostituisce il Pilato dei Vangeli e Giovanni venne liberato: la sua tomba la troviamo di fatti non a Roma ma a Tiberiade.

Anche il passo che segue è stato falsificato da qualche prete, perchè in origine il passo era un forte richiamo al Gesù e alla liberazione di Barabba dei Vangeli:

Libro VI:434 Questi fu riservato all'esecuzione capitale in occasione del trionfo, mentre Giovanni fu condannato l carcere a vita. I romani, infine, incendiarono le estreme propaggini della città e spianarono le mura.

Il passo è stato falsificato perchè in quel periodo le leggi romane non prevedevano il carcere a vita a spese dello stato. Inoltre Flavio Giuseppe aveva promesso in pubblico a Giovanni il perdono dei romani, quindi questa fine di Giovanni è addirittura contraria alla volontà dello scrivente, quindi non è da ritenersi autentica.

MORTE E RESURREZIONE

Esattamente come a Gesù, nelle fonti ebraiche risulta che Yohannan ben Zakkai:

1) Alcuni capi e sacerdoti del Tempio lo volevano uccidere.

2) Muore risorge.

3) I testimoni diretti di questa resurrezione sono Simone il bariona ( Abba Sikra), Lazzaro figlio d'Ircano (il  discepolo prediletto di Zakkai), Gesù figlio di Anania e Giovanni (il protagonista principale). Come potete vedere sono gli stessi nomi delle persone che si recarono al sepolcro del Gesù evangelico e lo trovarono vuoto. La differenza sostanziale è che nei Vangeli il protagonista principale è Gesù e non Giovanni e Lazzaro, amico intimo di Gesù, viene sostituito dalla sorella Maria di Magdala/Betanea.

3) Giovanni appare innanzi a Vespasiano che manderà suo figlio Tito a distruggere il Tempio di Gerusalemme. Similmente Gesù nel Vangelo di Gamaliele appare innanzi Pilato, che pentito di averlo giustiziato, attacca e distrugge il Tempio di Gerusalemme.

4) Giovanni farà uscire da Gerusalemme tramite Vespasiano Gamaliel, esatammente come accade nel Vangelo di Gamaliele, dove Pilato farà uscire da Gerusalemme Gamaliel per poi portarlo nella tomba di Gesù.

5) Gli ebrei affermano che il Tempio di Gerusallemme cadde a causa di Giovanni, mentre I Cristiani affermano che il Tempio cadde a causa di Gesù.

Come potete constatare di persona, le dinamiche e I personaggi sono dunque in linea con I Vangeli cristiani, soprattutto abbiamo una corrispondenza impressionante con il Vangelo di Gamaliele.

La fonte ebraica di riferimento è:

Talmud Bavli, trattato Ghittin, traduzione a cura di Ralph Anzarouth

http://www.anzarouth.com/2008/08/talmud-ghittin-55-57.html

Come avrete notato, la fonte ebraica mette come contorno a questa morte e resurrezione, uno dei più ricchi capi di Gerusalemme, Nicodemo figlio di Gorion, che troviamo nella stessa maniera, come un benefattore nei Vangeli e come contorno nella morte Gesù:

38Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. 39Vi andò anche Nicodèmo - quello che in precedenza era andato da lui di notte - e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di àloe. 40Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura.

Tuttavia manca nella fonte Giuseppe D'Arimatea, che stando al Vangelo di Gamaliele era un sacerdote amico di Pilato, che chiese a quest'ultimo di poter prendere il corpo di Gesù dopo la sua apparente morte.

Chi poteva essere costui?

Dalle mie indagini emerge che fosse proprio Giuseppe Flavio, ex sacerdote e a suo dire amico intimo dI Tito.Sarà proprio lui, secondo la sua opera Guerre Giudaiche, dopo la morte e resurrezione di Giovanni, a chiederne, come promesso, la sua liberazione:

Libro VI:103 Eppure, Giovanni, non soltanto è bello pentirsi delle proprie colpe, sia pure all'ultimo momento, ma se tu volessi risparmiare alla patria la rovina avresti un magnifico esempio da seguire, quello di Ieconia RE DEI GIUDEI.
Libro VI:104 Quando per causa sua l'esercito babilonese gli mosse guerra, egli, prima che la città fosse espugnata, ne venne fuori senza che alcuno lo costringesse e preferì affrontare volontariamente la schiavitù insieme con la sua famiglia piuttosto che consegnare ai nemici questi luoghi santi e vedere la casa del Dio in
preda alle fiamme.
Libro VI:105 Per questo tutti i giudei lo esaltano nella loro storia sacra e il ricordo sempre fresco presso i posteri
attraverso i secoli lo rende immortale.
Libro VI:106 Un magnifico esempio, Giovanni, anche se per seguirlo dovessi affrontare qualche pericolo; io,
comunque, ti assicuro anche il perdono dei romani,
Libro VI:107 e poiché si deve badare chi è a dare un consiglio e da dove viene, ricordati che è un connazionale ad esortarti, che sono un giudeo io che ti do questa assicurazione. Preferirei morire anziché trasformarmi in uno di quegli schiavi abbietti che rinnegano la loro stirpe e si dimenticano della patria.

Per il resto storicamente Giovanni fa la stessa fine di Gesù secondo la tradizione gnostica e islamica e cioè sopravvisse e al posto suo venne giustiziato Simone ( bar ghiora) che si travestì, per confondere I romani, da "Re dei Giudei":

Libro VII:29 Allora Simone, credendo di poter ingannare i romani spaventandoli, si avvolse in tunichette bianche e, fermatovi sopra con una spilla un mantello purpureo, venne fuori dalla terra nel luogo dove prima sorgeva il tempio.
Libro VII:30 Sulle prime chi lo vide fu preso dalla paura e rimase immobile, ma poi gli si avvicinarono e gli chiesero chi fosse.
Libro VII:31 Simone non glielo rivelò, ma si fece chiamare il comandante; quelli andarono di corsa e ben presto
arrivò Terenzio Rufo, che era stato lasciato a capo del presidio. Questi, dopo aver sentito da Simone tutta la verità, lo fece mettere in catene e inviò a Cesare la notizia della sua cattura.

Alla fine della Gittin 56 a-b fa la sua comparsa anche Aquila ( Onkelos), che appare nelle fonti cristiane sia in Atti che nelle Omelie pseudo clementine.

LA DISCESA DI GESÙ NEGLI INFERI DOPO LA MORTE

Secondo le varie fonti cristiane, Gesù dopo la morte è sceso negli inferi per riscattare Adamo,Eva, i saggi e i profeti ecc.
Allego tutti i link utili per chi volesse approfondire l'argomento:

https://it.cathopedia.org/wiki/Discesa_di_Ges%C3%B9_agli_inferi

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Discesa_di_Cristo_agli_inferi

http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p122a5p1_it.htm

Sebbene molti ebrei credono ancora al fatto che il vero Messia debba ancora venire, le loro fonti non parlano affatto di un certo Gesù e della sua ipotetica discesa negli Inferi.
Tuttavia ammettono che solo una persona in quel periodo aveva le potenzialità di fare questa discesa negli inferi nelle stesse modalità del Gesù evangelico e costui era Yohannan ben Zakkai:

Prima della sua scomparsa il rabbino Yochanan ben Zakkai gridò e disse ai suoi studenti che era preoccupato perché c'erano due sentieri davanti a lui, uno a Gan Eden e uno a Gehinum e non era sicuro dove sarebbe stato guidato. I grandi Tzadikim dopo il loro passaggio sono spesso guidati attraverso Gehinum, così sulla loro strada possono sollevare anime cadute e possono continuare a servire Hashem anche dopo la loro morte. Questo è un compito molto intenso e spaventoso anche per il grande Tzadikim, quindi il rabbino Yochanan ben Zakkai era preoccupato di passare attraverso Gehinum. D'altra parte, se fosse condotto direttamente a Gan Eden, sarebbe anche un problema poiché sarebbe un segno che non era al livello di passaggio attraverso Gehuminum per sollevare le anime cadute. [2]

Badate bene: gli ebrei non credevano agli inferi ma al Gehinum il luogo dove si trova la geènna.

GESÙ GIUDICHERÀ ASSIEME I SUOI APOSTOLI LE 12 TRIBÙ D'ISRAELE:

Dal Vangelo di Matteo al cap.19 leggiamo:

27Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». 28E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d'Israele.

Anche questo passo enfatizza quello che nella realtà ha fatto Yohannan ben Zakkai: infatti fu proprio costui che dopo aver causato la caduta del Tempii di Gerusalemme, costruì ha Yabne il suo Tempio che aveva tra l'atro anche le funzioni del Sinedrio.
Giovanni divenne di fatto il capo del Sinedrio (Nasi) e giudicò assieme le persone a lui vicine le 12 tribù d'Israele.

LE APPARIZIONI

Nel finale dei vangeli si parla che dopo la presunta morte di Gesù, egli fece la sua ultima apparizione nei pressi del lago di Tiberiade:

Vangelo di Giovanni cap.27 v.1

Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade.

Nello stesso modo anche Giovanni, dopo la sua presunta morte e resurrezione, visse gli ultimi anni della sua vita nei pressi del lago di Tiberiade.
A testimonianza di ciò esiste tutt'ora a Tiberiade la sua tomba.

Per approfondire:

http://www.jewishencyclopedia.com/articles/8724-johanan-b-zakkai